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“Adelante! Adelante!”, l’autotreno carico di sale di Francesco De Gregori

La strage di Capaci sublimata nel racconto di Francesco De Gregori: “Adelante! Adelante!”

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/26-10-2022/adelante-adelante-l-autotreno-carico-di-sale-di-francesco-de-gregori-500.jpg “Adelante! Adelante!”, l’autotreno carico di sale di Francesco De Gregori


Il 29 agosto del 1992 Francesco De Gregori pubblicò una canzone al suo solito enigmatica e misteriosa.

“Adelante! Adelante!” racconta di un autotreno carico di sale che percorre una strada statale. Alla guida dell’autotreno c’è un uomo, “con due occhi che sembra un diavolo”.
De Gregori ci ha abituato alla capacità di usare le parole per nascondere le sue vere emozioni, ma questa sua tecnica narrativa non impedisce a chi ascolta di percepirne la vibrazione profonda.

Francesco semina nel suo racconto alcuni segnali semantici, che, saputi leggere, ci restituiscono un brivido.

L’autotreno è carico di sale, il sale che serve a purificare, a disinfettare un Paese malato, anch’esso descritto nella canzone.
Qualcuno osserva da lontano questo corteo su strada, ed è in ansia:
“Adelante, adelante,
È in arrivo, è distante
Alla fine di questo tavolo
Di questo cavolo di pianura
Di questa terra senza misura”.

L’autotreno è in arrivo, è distante, chi osserva la scena lo attende su quella traiettoria; non è una statale, ma un’autostrada. Dovrà pigiare un bottone, senza possibilità di errore. Siamo nella piana di Capaci, nel tavoliere di Palermo, in “questo cavolo di pianura, di questa terra senza misura”, la Sicilia. Che ci troviamo a Palermo De Gregori lo dice ben due volte nella canzone, raccontandone persino “le lampare”.
Ma c’è un’altra spia semantica limpida in questa narrazione: siamo nella terra che “confonde il diritto col Carnevale”, dove Carnevale è il giudice Corrado Carnevale, che ha annullato le sentenze del maxiprocesso a Cosa Nostra, vanificando il lavoro del Pool Antimafia.
Intanto, “le stalle sono senza più gregge”: il 5 e 6 aprile del 1992 il voto politico aveva sancito, per la prima volta nella storia, una percentuale sotto la soglia psicologica del 30% per il partito di maggioranza relativa, la DC.

De Gregori annuncia che dal cielo -era un sabato pomeriggio di vacanza- l’autotreno va verso l’inferno: “Tra questa gente senza più cuore”.

L’attentato a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca e a quel corteo blindato -atteso da un telecomando- viene sublimato da De Gregori con poesia:

“Adelante, adelante
C'è un uomo al volante
C'è un’ombra sulla pianura
Adelante, adelante
Il destino è distante
Alla fine dell'avventura
Che si nasconde in un polverone
Nell'orizzonte di un acquazzone
E nei vapori della benzina
Diventa musica nella mattina
E meraviglie sudamericane”.

Falcone era alla guida dell’auto, amava guidare e chiedeva all’autista dell’autoblindo questo momento di libertà.
Una meraviglia sudamericana, un attentato al tritolo in stile sudamericano, porrà fine alla corsa dell’autotreno carico di sale. Restano in aria i vapori della benzina dopo l’esplosione.
Ora l’uomo con due occhi che sembra un diavolo è solo un’ombra, sulla pianura.
Falcone viene ucciso mentre il Parlamento in seduta comune tenta di eleggere invano il nuovo Capo dello Stato: “Quirinale” è l’ultima grande spia semantica della canzone che ci restituisce, appena tre mesi dopo l’attentato, una dimensione alta e poetica di quella tragedia.

La canzone è qui:


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