Ragusa - La Chiesa, addossata alla sporgenza del costone roccioso della Cava Gonfalone, fu edificata probabilmente nella prima metà del 600 dopo il misterioso ritrovamento, esattamente in quel punto, di un quadro raffigurante la Madonna con in braccio il Bambin Gesù, con a lato due santi sulla cui reale identità non v’è certezza. Ma quasi tutti, da museionline.info al sito del comune di Ragusa, si fermano qui: “Ignota rimane, invece - scrive quest’ultimo -, l'origine del dipinto e il motivo della sua presenza a Ragusa”.
Come e perché venne ritrovato quel quadro di poco valore, che destò tanta eccitazione? Spesso nel XVII secolo, sull’onda dell’entusiasmo, s’iniziavano costruzioni di templi a cui partecipavano tutti i cittadini, in luoghi dove la popolazione riteneva fossero avvenuti eventi prodigiosi, che diventavano poi meta di pellegrinaggio. C’è una leggenda nella leggenda sul rinvenimento di quel dipinto che diede origine a Santa Maria dei Miracoli, custodito ora nella chiesa di San Giorgio. Era il regalo della Madonna a una bambina che non era riuscita a scoprire la “truvatura”.
La Sicilia era, e forse ancora è, terra di gruzzoli sepolti in grotte e in buche nelle campagne (da cui Contrada “Cento Pozzi”), nascosti dagli autoctoni a incursioni di pirati, invasioni arabe e tasse locali. Anche la Chiesa del Santissimo Trovato, ad esempio, fu eretta dove fu ritrovata una pisside d'argento nascosta da un ladro. Anche sull’Isola si narra di tesori “vincolati” a riti e formule magiche, da conoscere e recitare per liberare per sciogliere l’incantesimo e liberare le ricchezze. Più probabile che si trattasse di trappole mortali - botole, reti e tagliole - occultate alla vista nella vegetazione, che scattavano se qualcuno s’avvicinava troppo.
Ebbene, il mito vuole che a quei tempi alcuni spiriti apparvero nel sonno a una bambina, dicendole che poteva trovare una “truvatura” nei pressi di una chiesetta eretta a Maria nei suoi paraggi: ma avrebbe dovuto fare tutto da sola, senza dire niente a nessuno. Studi condotti sul quadro concordano infatti nell’attribuirlo con probabilità a un oratorio rupestre, forse di culto greco, preesistente nel luogo dove oggi sorge Santa Maria dei Miracoli. La bimba però, spaventata, raccontò tutto al padre, che decise di accompagnarla alla ricerca di questo presunto tesoro.
Naturalmente, non avendo rispettato il patto con gli spiriti, non trovarono nulla. Forse perché la ripicca degli spiritelli maligni era avvenuto nel suo “territorio”, la Madonna s’intenerì nel vedere la piccola giocata da quegli spiritelli, e di farle trovare lo stesso qualcosa. Così, mentre scavava nella terra, le fece comparire da sotto la polvere un quadro. E’ quello che sarà ritrovato molti anni dopo, e darà il via alla costruzione della chiesa. Il fatto è un altro: da qualche parte là sotto, seppellita dai secoli, c’è ancora una “truvatura” da riportare alla luce.
Santa Maria dei miracoli non ha mai goduto di tanta fortuna: fin dall’inizio è rimasta incompleta nei prospetti e nella copertura: prima d’essere riscoperta insieme a tutto il barocco siciliano, da decenni era adibita per lo più a camera di deposito mortuario, fino a venir chiusa definitivamente al culto negli anni 50. Oggi è un esempio architettonico unico in Italia di barocco atipico, per l'originalissima pianta a ottagono allungato e i fini intagli degli esterni, un monumento sulla strada, citato in libri di storia e guide turistiche. Forse era questo il vero grande “tesoro” degli spiriti che la Madonna, col uso regalo, ha fatto emergere lo stesso.