Cultura Scicli

Cristo Risorto di Scicli. Vivo per un giorno e una notte

"- Ma è vivo!"- Esclamò uno dei confrati. - "Sì!" – Gridarono gli altri in coro

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/11-04-2023/cristo-risorto-di-scicli-vivo-per-un-giorno-e-una-notte-500.jpg Cristo Risorto di Scicli. Vivo per un giorno e una notte


Scicli -Il carrettiere che sul finire del Settecento aveva avuto l’incarico di trasportare col suo carro uno strano passeggero da Catania a Scicli oltre al compenso aveva ricevuto una curiosa raccomandazione: per nessun motivo doveva risvegliare l’uomo avvolto tra le coperte.

E così fece.

Il carrettiere intraprese il lungo viaggio distratto dai suoi pensieri, dimenticando volutamente il compagno.

Finalmente Scicli apparve con i palazzi e le chiese, appollaiata sui colli, fresca di fabbriche risorte dopo il terremoto del 1693 che l’aveva parecchio devastata.

Nella sera, i lumi a olio le conferivano un aspetto di presepe.

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L’uomo, già agli abitanti delle prime case del paese, domandò notizie della Confraternita della Chiesa di Santa Maria La Nova, dei suoi confrati ai quali doveva consegnare lo sconosciuto da lui preso in cura.

Qualcuno indicò una strada che s’insinuava dentro una cava.

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Lo straniero trovò la chiesa. Al sagrestano che lo ricevette, spiegò che i confrati aspettavano la sua venuta. Gli furono indicate delle casette basse in fondo alla cava dove trovarli.

La sera ora allungava già le sue ombre in una notte che non prometteva nulla di buono.

Il carrettiere affidò temporaneamente al sacrista il suo cavallo, il carro col passeggero, giusto per il tempo di andare a cercare qualcuno.

Ritornò, infatti, presto in  compagnia di altre persone. A queste indicò non senza una grande curiosità il trasportato.

- Chi è? – Chiese loro. – Per tutto il lungo viaggio ha dormito e neppure russava! Avrei voluto chiacchierare con lui, magari solo per ingannare il tempo del cammino. L’ho chiamato un paio di volte ma non ho ricevuto alcuna risposta. -

I confrati si guardavano l’un l’altro sorpresi, non sapendo se ridere di tanta ingenuità.

Il sacrista intanto era corso a chiamare alcuni canonici che accorrevano trafelati alla notizia di quell’arrivo.

La voce si era sparsa nella cava con la rapidità del fulmine e accorreva gente.

Il catanese non capiva ancora.

Finalmente alcuni confrati decisero di scaricare quello strano ingombro. Salirono sul carro e con l’aiuto di altri portarono il grande pacco dentro la chiesa caricandolo sulle spalle.

Lo adagiarono su una pedana davanti ad alcuni lumi.

Il carrettiere li seguiva spinto da una curiosità che a stento riusciva a contenere.

I canonici srotolarono con cura le coperte e le bende e finalmente la statua di un Risorto apparve loro in tutto il suo splendore.

- Ma è vivo!- Esclamò uno dei confrati.

- Sì! – Gridarono gli altri in coro, soddisfatti della committenza.

Da quando avevano affidato l’incarico a uno scultore di Catania, nessuno più aveva seguito l’opera.

Il carrettiere rimase a guardare il Cristo che aveva trasportato e non sapeva darsi pace.

A qualcuno venne allora in mente di suonare le campane a festa e la gente, non conoscendo il motivo di quello scampanio insolito, ora cominciava ad affluire da tutte le parti.

La statua del Cristo Risorto ovvero l’ “Uomo vivo” giunse a Scicli forse così come ho voluto immaginare e raccontare. Attesa e amata come nessun’altra mai.

A Pasqua, da allora e ogni anno, per un giorno e una notte, l’Uomo vivo visita la sua gente come il Cristo dei Vangeli apparve alle donne che si recavano al sepolcro. Ed è tripudio di cori, di fiori e di mani in festa.

Curioso, scopre della sua città le vie più segrete, gli anfratti, non più in incognito come il pellegrino di Emmaus ma come un vecchio amico che arriva da un Paese lontano, come una nuova Proserpina riemersa dagli Inferi a consolare malinconie antiche e nuove, a benedire amori e passioni, a perdonare ingiustizie e rancori.

Vivo, per un giorno e una notte, festeggia la primavera della natura, dello spirito e del corpo, ricapitolando in sé tutte le vite di coloro che non sono più.

Vivo per un giorno e una notte ritorna puntuale. E questa certezza basta a riempire i cuori e gli animi di gioia nella sua gente.

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