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Il tumore e la speranza. Luca Carboni, ti aspetta il mare di Sampieri

Luca Carboni ha rivelato in un’intervista al Corriere di aver scoperto, due anni fa, un tumore al polmone



Scicli - Italiano e Greco.
L’estate del 1992 fu quella dell’esame di maturità. Italiano e Greco le due materie che dovevamo portare all’esame.
Quando studi e studi tanto, non è l’intelligenza che ti salva, e neanche la buona memoria. Ti salva il ritmo.
I miei compagni avevano scoperto il tennis l’anno prima e io andavo a vedere i loro allenamenti senza aver mai capito come si fanno i punti. Col gettone, un pomeriggio di giugno, chiamai lei da una cabina per sapere come mai non fosse venuta.

“Lavo i piatti”, mi rispose spegnendo la mia speranza di vederla giocare.
Gerry Scotti conduceva il Festivalbar e io combattevo con Medea, che aveva ucciso i suoi figli ed era “doustumene”, in greco arcaico “affranta, distrutta” dal suo gesto folle di vendetta contro l’ex marito.
Il ritmo ti salva.
“Olè, tengo il ritmo, prendo un caffè”, fra una pagina di letteratura e una di greco classico.
Avevano ucciso Falcone, eravamo sconvolti, studiavamo e sembravamo un paese sudamericano, dove cammini in autostrada e ti scoppiano le autobombe di lato. La Sicilia come Medea uccide i suoi figli.

Non era ancora arrivato il 19 luglio per Paolo Borsellino, quando il 15 di quel mese affrontai la mia maturità.
Davanti alla commissaria esterna, la professoressa Marchi, andai quasi in trance parlando di Medea, a un certo punto dicevo cose in greco, che avevo ripetuto alla nausea fino alla notte prima.
“Olè, questa notte mi porta via”.
L’esame andò bene e il Festivalbar si concluse all’Arena di Verona: incoronò un giovane cantautore, si chiamava Luca Carboni, la canzone faceva
“Mare, mare, mare
Ma che voglia di arrivare lì da te, da te
Sto accelerando e adesso ormai ti prendo”.
Fu il sottofondo dei miei esami, la Medea distrutta dal suo odio, la cappa di piombo di un’Italia e di una Sicilia funestata dalle stragi di mafia.
“Alè, questa vita mi porta via
Mi porta al mare”.

Stamattina apro il Corriere della Sera e leggo che Luca Carboni ha rivelato in un’intervista a Walter Veltroni di aver scoperto, due anni fa, un tumore al polmone. Vasto, non operabile, ha fatto chemio ed è stato infine operato dopo la regressione del male.
La notizia mi provoca un brivido sulla schiena. Penso a quei giorni di speranza e di impegno, di dolore per i morti di Palermo e a quella brezza del vento sul viso di un ragazzo che andava al mare a cercare la sua amata.
Luca, ti aspettiamo a Sampieri.


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