Cultura Torino

L'artista siciliano Salvo alla Pinacoteca Agnelli. Oggi quota oltre un 1 di euro, ma è ignorato

Salvo, ovvero Salvatore Mangione. Morto a Torino nel 2015, è ignorato in Sicilia, ma oggi quota oltre un milione di euro



Torino - Salvo, ovvero Salvatore Mangione. Morto a Torino nel 2015, è ignorato in Sicilia, ma oggi i suoi quadri quotano oltre un milione di euro.
La Pinacoteca Agnelli presenta "Arrivare in tempo", la più grande mostra dedicata all’artista Salvo (Leonforte 1947 – Torino 2015), aperta fino al 25 maggio 2025. La mostra propone un percorso attraverso l’opera di Salvo, evidenziando come la sua pittura - nei grandi cicli tematici ripetuti, nell’attenzione verso i temi della storia dell’arte e nello studio della luce - sia sempre stata in continuità con le sue prime ricerche concettuali.

"Arrivare in tempo" è la più grande mostra dedicata all’opera di Salvo. Nato in Sicilia, dal 1956 Salvo ha vissuto a Torino, dove dapprima si è avvicinato all’Arte Povera e ai linguaggi dell’arte concettuale, per poi dedicarsi dal 1973 esclusivamente alla pittura, scelta anticonvenzionale per il clima culturale di inizio anni Settanta. Controcorrente anche nel panorama italiano, Salvo ha portato avanti per quarant’anni una ricerca e una riflessione critica uniche nei confronti del medium pittorico. La mostra retrospettiva a lui dedicata metterà in luce questa traiettoria assolutamente originale, sottolineando con uno sguardo inedito come la pittura di Salvo non sia in contrapposizione con il suo primo periodo concettuale, ma ne assorba caratteristiche e intenzioni, inserendosi coerentemente nel suo percorso artistico. Realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Salvo, la mostra è focalizzata su alcuni dei motivi fondamentali della ricerca dell’artista: il concetto di ripetizione nell’esplorazione di motivi ricorrenti, inteso sia come tecnica pittorica sia come urgenza concettuale; la riflessione sulla pittura come linguaggio e sul linguaggio come arte; il rapporto tra storia dell’arte e sguardo sulla quotidianità. 

Salvo, uno degli artisti pionieri del secondo Novecento italiano, si è posto in modo indipendente rispetto a correnti e tendenze, mantenendo sempre un’attenzione particolare per i soggetti e i linguaggi della storia dell’arte. In virtù di questo rapporto privilegiato, la sua mostra monografica in Pinacoteca si estenderà per la prima volta oltre gli spazi espositivi del terzo piano, dialogando con la collezione permanente all’interno dello Scrigno. Il progetto occuperà anche una sala al secondo piano del museo, in un ambizioso progetto espositivo che investirà tutta la Pinacoteca. La mostra è accompagnata da una pubblicazione dedicata, concepita per aprire la lettura critica del lavoro di Salvo a un pubblico internazionale.

Chi era Salvo 
Salvo, il cui vero nome è Salvatore Mangione, nasce a Leonforte in Sicilia nel 1947. Di origini ennesi, Salvo si trasferisce a Torino nel 1956. Fin dagli anni ’60 l’artista dipinge opere come ritratti, paesaggi vendendole a prezzi accessibili. In città si immerge nell’ambiente dell’Arte Povera, stringendo amicizia con artisti come Boetti, Merz, Paolini, Penone, Pistoletto e critici come Renato Barilli, Germano Celant e Achille Bonito Oliva. La sua produzione artistica abbraccia diverse forme, dalla fotografia agli oggetti scolpiti in marmo con incisioni provocatorie. Nel 1973 Salvo torna a prediligere la pittura, dedicandosi a dipinti ispirati ai luoghi visitati. La sua carriera è contrassegnata da esposizioni in importanti istituzioni artistiche e la realizzazione di opere significative fino alla sua scomparsa nel 2015 a Torino. Nel 2023 i suoi dipinti hanno raggiunto performance da record, superando il milione di euro e vedendo aumentare le sue quotazioni a livello internazionale.


© Riproduzione riservata