Modica – Chissà quanti escursionisti ci sono passati accanto, pensando fossero rocce franate da un’altura, quando invece erano monumenti antichi migliaia di anni, testimoni della nostra notte dei tempi. Ancora non è chiaro se i dolmen fossero solo tombe preistoriche o anche luoghi per riti sacri e siti astronomici, come in Nord Europa. Certo questi monumenti millenari in pietra, nascosti tra le campagne ragusane, raccontano del misterioso e ancora in parte sconosciuto mondo degli antichi abitanti dell’Isola, legato ai popoli celtici.
L'Altopiano Ibleo fu sede di insediamenti umani dal 2200 a.C. fino al primo periodo della Cultura Pantalica, epoca cui appartengono molte di queste sepolture, poste all'interno di piccole grotte artificiali scavate lungo le pareti rocciose. Uno dei più importanti è a Cava dei Servi (foto), nel territorio di Modica. Dai suoi resti s’intravede ancora la costruzione semiovale: quattro lastre rettangolari infisse nel terreno e altre tre sormontate, inclinate per formare una sorta di cupola.
Due grandi massi paralleli a forma di tubo completano l’edificio. La posizione sul pendio della collina per facilitare l'interramento e le quattro pietre piegatrici verticali e uniformi, dimostrano l’abilità edile nel far aderire i singoli elementi. “All'interno della camera è presente una grande lastra gessosa fratturata in quattro punti - rileva l’archeologo Salvatore Piccolo sulla World History Encyclopedia -, sembrerebbe che fosse la volta, schiantata al suolo dagli smottamenti che hanno interessato la struttura” nel tempo.
“Tutti i pezzi sarebbero stati parte di un grande monolite, squadrato davanti per incastrare l'anta di chiusura – continua Piccolo -. I numerosi frammenti ossei umani (unico indizio organico finora rinvenuto all'interno di un dolmen mediterraneo) e alcune schegge di ceramica Castellucciana, hanno determinato la funzione e la cronologia di questo singolare edificio. Resti antropici ne hanno confermato la natura sepolcrale mentre frammenti di terracotta hanno permesso di datarlo all'età del bronzo. Ci troviamo di fronte ad alcune elaborazioni assolutamente uniche, questa località avrà avuto anche una necropoli”.
Sotto terra, ci sarebbe insomma un’intera città cimitero: “Il mistero che aleggia sui dolmen maltesi e siciliani - conclude l’esperto -, potrebbe essere svelato proprio qui” a Cava dei servi, dove “i dolmen dominano un paesaggio che non può che suscitare sensazioni mistiche”. Finora in tutta l’Isola ne sono stati scoperti meno di dieci (mappa allegata): uno reperto è in contrada Paolina, a Ragusa; ai primi del 900 l’esploratore Paolo Orsi ne trovò uno pure sul Monte Racello. Ce n’è anche a Cava Lazzaro a Rosolini, in contrada Borgellusa ad Avola, sul Monte Bubbonia vicino Gela, a Butera e Sciacca.
Vent’anni fa l’archeologo Sebastiano Tusa e l’astronoma Giorgia Foderà Serio ne misurarono l’orientamento, fissato entro pochi gradi dal sorgere del sole nel solstizio d’estate: le redini di quello studio, sull’ipotetica funzione di osservatori astronomici, sono state riprese in mano l’anno scorso dall’archeoastronomo Andrea Orlando. Non è escluso, quindi, che presto possano emergere nuove rivelazioni su queste silenziose e affascinanti strutture megalitiche. Gli scavi dell’uomo nella proprio passato vanno avanti.