Torino - È stata molto amica di Cesare Pavese e di Giulio Einaudi.
A 104 anni è morta a Torino Alda Grimaldi, detta Dada, la prima donna regista della Rai.
Aveva frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia con Giuseppe De Santis, Michelangelo Antonioni e Pietro Germi. Stava per girare un film con Luigi Zampa (dopo aver battuto a macchina la sceneggiatura di «Ossessione»), quando ricevette nel 1952 una telefonata da Sergio Pugliese. A Torino, la sua città, stavano cercando registi per una nuova avventura: «Mi disse: “Grimaldi, venga: la televisione la facciamo!”. Lui, che sarebbe diventato il primo direttore della tv di Stato, sciolse il mio contratto senza penali e io tornai a Torino per le prime trasmissioni sperimentali… Ho iniziato come annunciatrice, nel 1949. Alla regia sono arrivata grazie a quello che avevo imparato al Csc, in un momento d’oro: quando fare tv era come fare cinema».
La sua prima regia importante è «Orizzonti», rotocalco culturale condotto da Gianni Vattimo.
«Il ricordo più vivido – ha dichiarato in un’intervista – è però legato a Eco. Era un ragazzo molto divertente e molto, molto spiritoso, assolutamente lontano dal personaggio del professore paludato e serioso che gli si volle affibbiare». La regia che l’ha consacrata è stata quella di «Giovanna, la nonna del Corsaro Nero»: protagonista della rivista musicale firmata da Vittorio Metz era la tenace corsara Giovanna (Anna Campori), la «vecchina sprint, più forte di un bicchiere di gin» (come recitava la canzoncina che accompagnava e scandiva il racconto), a capo di una banda di pirati impegnati a dare la caccia al governatore spagnolo responsabile della morte del nipote, il Corsaro Nero: «Anna e Pietro De Vico (il nostromo Nicolino, ndr) erano compagni di scena e nella vita. Si amavano e amavano il lavoro di attori. Pietro mi faceva molto ridere, aveva imparato tutto da Eduardo De Filippo: in “Natale in casa Cupiello” era lui Nennillo, quello che diceva: “Nun me piace ‘o presepio!”».
Tra le sue regie vanno ricordate La bottega dello zio Tom, Centostorie, Le avventure della squadra di Stoppa, Sette note e La lunga notte di Medea. Negli anni Settanta ha curato la regia di varietà come «La cugina Orietta», «I grandi dello spettacolo», presentato da Milva, di programmi musicali come «A braccia aperte» e di rubriche come «Colazione allo studio sette», «A tavola alle sette» (con Ave Ninchi e Luigi Veronelli).