Cultura Scicli

Pietro Sudano nel ricordo di Marisa Fumagalli, del Corriere della Sera

Oggi, 20 settembre, Pietro Sudano avrebbe compiuto 98 anni



Scicli - Oggi, 20 settembre, Pietro Sudano avrebbe compiuto 98 anni. Da Milano, gli avrei telefonato per fargli gli auguri. Non ha tagliato il traguardo, purtroppo; se n’è andato quindici giorni prima del compleanno. Ero a Scicli quando Vincenzo Burragato mi telefonò per avvertirmi della morte del “vicino di casa”. Non ci volevo credere.  Ci eravamo visti a luglio (prima che Sudano si trasferisse a Donnalucata, come era solito fare per un periodo estivo), e l’avevo trovato in forma. Mentre eravamo seduti su una panchina in piazza Italia, gli dissi: “Pietro, lo sai che Peppe Savà aspetta di incontrarti per un’intervista su Chiafura e i tuoi ricordi di quegli anni?”. Sorrise. E, in effetti, qualche giorno dopo l’intervista fu realizzata. (Che tempismo!) Ma torno al 5 settembre, il giorno triste. Dopo la notizia della scomparsa, vengo a sapere che Pietro è deceduto in ospedale a Modica, dove era stato ricoverato in seguito a una caduta. Avrei voluto partecipare alle esequie; non mi è stato possibile. Il 7 settembre era il giorno della mia partenza, non rinviabile. Ho seguito Pietrino con il mio pensiero affettuoso.

Ciò che qui mi preme ricordare è come Pietro ed io ci siamo conosciuti. Un antefatto che riassumo in una breve cronaca. Giugno 2011: da Milano arrivo a Scicli per raccontare, sulla scorta di informazioni avute da amici, la “leggendaria” Chiafura, le sue grotte, gli abitanti di quelle caverne (uomini, donne, animali), la loro vita da “trogloditi” fino agli anni ’60 del Novecento.  (Nel maggio del 1959,  c’era stata  la “visita” alle Grotte di  Chiafura di  alcuni politici e intellettuali  dell’epoca: Antonello Trombadori,  Pier Paolo Pasolini, Renato Guttuso,  Carlo Levi,  Paolo Alatri…). Missione compiuta: scrissi un articolo sulle pagine di Cultura del “Corriere della sera”. Dove, tra le foto a corredo, spicca quella di Pietro Sudano, l’”ultimo chiafuraro”. Infatti, fra le persone incontrate, utili alla stesura del  reportage – in primis, lo storico dell’’Arte  Paolo Nifosì – c’era lui, Pietro: ex barbiere, poi bidello. E infine poeta (Negli anni successivi, avrei letto i suoi versi sul “Giornale di Scicli”). Ma il bello deve ancora venire. È un piccolo colpo di scena legato alla mia decisione di prendere nel centro storico della città una piccola residenza di vacanza: una casetta abbandonata, da ristrutturare. Acquisto (gennaio 2012), pratiche, progetto.  Quindi, il cartello affisso di fronte all’abitazione, con il mio nome e cognome, architetto, impresa eccetera. Durante i lavori, scendo a Scicli due o tre volte. Fatto sta che, un giorno, mentre sono davanti alla casetta, si avvicina Pietro Sudano (che aveva letto il cartello con il mio nome) e mi fa: “Non mi sono sbagliato, lei è la giornalista che ho conosciuto l’estate scorsa…Siamo vicini di casa”.  E scopro così che il “mitico” Sudano abita a una decina di metri più in alto, nella viuzza a gradini di pietra. Lo abbraccio, mi emoziono. Ed è l’inizio di un’amicizia (telefonate, incontri, chiacchiere…), interrotta il 5 settembre, all’improvviso. Ma lo sguardo di Sudano non mi abbandona. E non mi abbandonerà. All’ingresso della mia casa, spicca, incorniciata, quella pagina del “Corriere” sulle Grotte di Chiafura, datata 26 giugno 2011 E  l’”ultimo chiafuraro” c’è, con il suo sorriso.
Ciao Pietro, dovunque tu sia ti abbraccio.

 



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