Lunedì 18 novembre Enrica Bonaccorti compie 75 anni. È una donna ancora affascinante ed è stata molto bella. Enrica Bonaccorti è nata a Savona nel 1949 e ha cambiato molte città. fino al trasferimento a Roma per seguire la strada dello spettacolo. Ha esordito nei primi anni Settanta come attrice di teatro, di cinema e di prosa televisiva, collaborando anche con la compagnia di Paola Quattrini e Domenico Modugno, per il quale ha scritto diversi brani tra cui la famosissima «La lontananza».
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“La Lontananza” fu scritta, di getto, sulla carta da lettere del Grand hotel Augustus Minerva. Era il 20 gennaio del 1970, e una giovanissima Enrica Bonaccorti, appena diciannovenne, si trovava a Cuneo in tournée teatrale con lo spettacolo “Mi è cascata una ragazza nel piatto”. Protagonista Domenico Modugno, nel cast Paola Quattrini, Mimmo Craig, Franco Agostini, Tamara Baroni e Franco Sabani.
Modugno le regalò un anello, acquistato a Vicenza, altra tappa del tour. «Stava comprando un importante gioiello per la moglie – ricorda Enrica – ed io dissi a suo fratello Tonino quanto mi piaceva quell’anellino con delle barrette d’oro battuto. E lui me lo regalò. Non lo toglievo mai fino a che, 15 anni fa, durante un trasloco, è sparito. Per me è stato un fortissimo dolore».
«La Lontananza ha una sua magia – prosegue la Bonaccorti – sono passati tanti anni e ancora piace. È stata tradotta in tutto il mondo, persino in Cina. Scrivere era la mia passione e Mimmo mi esortò a farlo anche per la musica. Me ne fece sentire una che aveva già delle parole che non lo convincevano. L’inizio suonava “Vieni a vedere quanto è bello il mondo” ma Mimmo lo trovava “moscio”. Invece impazzì appena lesse le parole che scrissi sul foglio dell’albergo di Cuneo. “Sarà un successo” gridò proprio come fece con Franco Migliacci quando gli portò le prime parole di Volare».
Ne La Lontananza, di Enrica Bonaccorti ci sono alcuni versi scritti in un diario di quando aveva quattordici anni. «Il ragazzo che ha ispirato quelle parole è stato il primo amore della mia vita che, – sottolinea – proprio come dice Ruggeri, non si scorda mai».