Ragusa - Si fatica a trovare ponteggi e i costi delle materie prime sono rincarati: i due nuovi problemi del Bonus 110% dopo il lockdown Covid. Ma in Sicilia si fatica a trovare pure operai specializzati, quando la pratica parte: in particolare i cosiddetti "cappottisti", specisti nel cappotto termico; ma anche impiantisti ed elettricisti. Mancano esperti in infissi, schermi solari, impianti termici e fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
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Qualcuno ha cambiato mestiere durante l'epidemia, qualcun'altro è emigrato a Nord, e non c’è stato ricambio. Eppure per Unioncamere in un anno la massa salariale è cresciuta del 29% (78 milioni), hanno lavorato 1400 operai in più rispetto al 2020 (17%) e nei prossimi mesi sono previste nuove assunzioni. O tanta ricchezza non si è riversata nei contratti, a prescindere dalle polemiche sul reddito di cittadinanza; oppure è una questione di carenza di risorse con formazione ed esperienza specifica per interventi sulle facciate di edifici e palazzi.
I dati Infocamere parlano di quasi 700 milioni di euro di investimenti innescati dal "superbonus" ma il 70% ha riguardato lavori già realizzati, che non hanno aperto nuovi cantieri in condomini e case singole. I numeri indicano in 2.611 le nuove imprese siciliane nate negli ultimi 2 anni (quarta regione in Italia), ma non dicono quante hanno chiuso tra ditte edili, attività immobiliari e studi di architetti, tecnici e ingegneri.