Economia Oro nero

Centrale Vega verso il raddoppio: territorio al bivio tra lavoro e ambiente

Investimenti anche sulla Cassiopea, in vista della fine della moratoria sulle trivelle

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/12-01-2021/centrale-vega-verso-il-raddoppio-territorio-al-bivio-tra-lavoro-e-ambiente-500.jpg Vega, la più grande piattaforma petrolifera fissa dell'off-shore italiano, attiva da oltre 30 anni


 Pozzallo – Ora che Energean ha rilevato dall’Edison le attività nell’upstream energetico, si fanno più interessanti le prospettive per il giacimento di metano di Cassiopea, al largo di Gela, e soprattutto per quello Vega, davanti alle coste ragusane, diventandone socio di minoranza di Eni con il 40%. L’interesse s’è riacceso con la scadenza, a febbraio, della moratoria sulle trivellazioni in mare sulla terraferma. La centrale di fronte Pozzallo è a qualche centinaio di metri dal limite delle 12 miglia, previsto dalla sanatoria dell’ex ministro Passera: gli inglesi proverebbero finalmente a raddoppiarla, come previsto già nel progetto originario del 1984. Edison ha gettato la spugna, Energean invece ha confermato almeno per i prossimi 18 mesi l’occupazione dei 240 addetti italiani imbarcati acquisendo i francesi: “Se l'Eni fosse d'accordo potremmo anche rilevare il ruolo di operatore, ma il governo deve essere chiaro – ha puntualizzato la settimana scorsa l’ad Mathios Rigas con il Sole 24Ore -, deve consentirci l'investimento sui giacimenti in modo di permettere la sicurezza di quei posti di lavoro, altrimenti non possiamo garantire nulla».

Traduzione: no a nuovi stop a ricerche ed estrazioni di gas e petrolio. Una prospettiva che allarma gli ambientalisti, per il disastro ecologico di aree come punta Cugno ad Augusta e Marina di Melilli, ma che rallegra industriali e metalmeccanici, per le opportunità di lavoro schiuse per decine di imprese. mezzo miliardo di euro circa, per ricavarne 15 milioni di barili di greggio nei prossimi 20 anni, indispensabili per dare nuova linfa al vecchio impianto, altrimenti vicino alla dismissione. Non sarebbe stato meglio finanziarci la ricerca verso fonti alternative e pulite, come l’eolico e il fotovoltaico, verso quella “green economy” di cui ci si riempie tanto la bocca in tv?


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