Economia Mercato del lavoro

Crisi Benetton, a rischio 150 dipendenti in Sicilia

Il sindacato: "Non ricevono stipendi e non possono dimettersi"

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La crisi dei negozi Benetton rischia di creare gravi ripercussioni anche ai circa 150 dipendenti impiegati nei negozi in Sicilia. Per questo motivo la Uiltucs regionale ha chiesto un incontro urgente all’azienda, nel tentativo di tutelare i lavoratori che nell’Isola non percepiscono neanche gli stipendi. Dal 2012 le vendite del marchio si sono dimezzate e da 2 miliardi di euro sono scese a poco più di un miliardo nel 2023 secondo l’ultimo bilancio approvato.

Secondo una recente inchiesta l’inchiesta de Il Post molti negozi sono stati ceduti in franchising e affidati a imprenditori esterni che però hanno accumulato un debito verso il gruppo per la merce che hanno ricevuto e non pagato per circa 160 milioni di euro, di cui oltre 30 relativi ai negozi di Puglia e Sicilia. Adesso la società ha imposto il recupero veloce di queste somme e la chiusura dei negozi che non riescono a pagare. In Sicilia la Uiltucs si è rivolta al gruppo Venerato, al quale i dipendenti hanno già inviato formale diffida senza ricevere alcun riscontro. “I dipendenti – spiega il sindacato – ad oggi non percepiscono retribuzione e oltre al danno subiscono la ‘beffa’ dell’impossibilità a rassegnare ipotetiche dimissioni in considerazione del fatto che tutte le società disconoscono in termini formali il rapporto di lavoro in essere”. La Uiltucs ritiene “non più procrastinabile l’esigenza di realizzare urgentemente un incontro regionale che, a prescindere dagli affidamenti resi al tavolo nazionale, deve trovare necessariamente ed inequivocabilmente chiarezza di intenti per le lavoratrici e i lavoratori siciliani. Ci preme rappresentare l’emergenza di poter affrontare compiutamente la vertenza siciliana anche con l’obiettivo di ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali”.


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