Ragusa - “Siciliani refrattari allo sviluppo, attaccati al reddito di cittadinanza, mentre le imprese che hanno il lavoro sono ridotte con i mezzi di cantiere fermi perché non si trovano conduttori specializzati". Cambia stagione ma la denuncia dell’Ance è la stessa di questa estate. Ai disoccupati non conviene mollare il gruzzolo per qualche centinaio di euro in più che offrono la maggior parte dei contratti, per di più precari: il cosiddetto lavoro grigio, arrotondato da quello nero, che finisce con l’alimentare l’evasione fiscale.
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Ma "il reddito di cittadinanza non durerà in eterno - si sfoga Santo Cutrone, presidente regionale dell'Associazione nazionale costruttori edili -, basta col tendere la mano aspettando che qualcuno eroghi sussidi mascherati da lavoro. L'assistenzialismo desertifica la nostra terra". Ne ha pure per amministratori locali e imprese: se non saremo in grado di spendere i soldi del Pnrr "la prima colpa sarà dei territori siciliani, che non si coalizzano e attrezzano per partecipare ai tanti bandi di questi giorni che danno soldi, in totale 2 miliardi e 469 milioni, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo". Anche perché restano soprattutto le aziende private ad assumere, non certo i concorsi della Regione.
La misura, su cui premier Mario Draghi ha annunciato più controlli dopo le continue truffe, scontenta soprattutto edilizia, terziario e ristorazione. “Una vergogna totale - rincara la dose, da ultimo, lo chef ternano Gianfranco Vissani (foto) -. Non si trova più personale in giro, educhiamo i nostri ragazzi al lavoro, al sacrificio, devono sporcarsi le mani”. Non nell’agricoltura, dove ci pensano gli immigrati. Il problema non riguarda evidentemente solo l’Isola, sebbene qui si concentrino ben 700mila rdc. Per continuare a percepire l’indennizzo il governo vuole introdurre l’obbligo di accettare un qualunque lavoro, anche solo della durata di tre mesi. A trovarlo.