Economia La riconversione della macchina

Fine Covid, quando il costo per uscire dall’incubo è un guadagno

Si smontano i palchi della lotta al virus, si dismettono reparti e hub: gli altri malati bussano alla porta

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 Ragusa - I pronto soccorso tornano ad affollarsi di pazienti non Covid: sia pur lentamente i contagi e soprattutto ricoveri continuano a scendere e non ci sono più scuse per non dare un accelerata alla promessa dismissione dei reparti dedicati al Coronavirus, per farli tornare rapidamente a disposizione degli altri pazienti che da oltre un anno trascurano e rimandano visite e analisi anche a scopo preventivo. Non solo i reparti, gli stessi grandi centri vaccinali allestiti in Sicilia si preparando alla dismissione. A breve dovrebbero iniziare anche nella nostra regione le iniezioni a tappeto in farmacia: quando sarà possibile farlo direttamente in ufficio o in ditta, la campagna vaccinale sarà già così avanti che sarebbe inutile e controproducente mantenere in piedi centri e personale dedicati finora alle somministrazioni.

Bankitalia registra che i costi del servizio e del personale sanitario siciliano sono cresciuti rispettivamente del 5 e dell’1,2% in un anno. L’organico è cresciuto di 4.800 addetti, 10 ogni 10.000 abitanti: il 25% medici, il 36% infermieri, il resto amministrativi e altri operatori. Sono tra i pochi soldi spesi davvero bene, proprio alla luce della ripresa: il Covid ha portato a galla la vulnerabilità e l’arretratezza del sistema salute. Non siamo molto diversi dagli Usa, i tempi per analisi e visite già infiniti ora si sono allungati a dismisura costi gendo a chiudere le agende. per curarsi e fare prevenzione è necessario avere un’assicurazione privata. Solo nella prima metà del 2020 nell’Isola i ricoveri non collegati al Coronavirus sono crollati del 27% rispetto al 2019; e nella seconda parte non è andata meglio: non si tratta di prestazioni secondarie ma “prevalentemente afferenti all'area oncologica e cardiocircolatoria”.

Quelle di specialistica ambulatoriale, nei primi nove mesi, si sono ridotte del 30%; nello stesso periodo anche le profilassi si sono dimezzate, l’assistenza territoriale dei medici di famiglia è inesistente. Adesso arriverà anche quest’altro conto: quello della mancata prevenzione, dei controlli saltati, degli screening rimandati. “Il rinvio di tali prestazioni verosimilmente si tradurrà in un maggiore fabbisogno sanitario in futuro - avverte Bankitalia - e a questo potrebbe sommarsi l'ulteriore domanda di prestazioni da quanti hanno contratto il virus e potrebbero manifestare i sintomi del Long Covid”. Non è solo la malattia che uccide ma, come è stato per il Coronavirus, anche le armi della sanità pubblica spuntate da 30 anni di tagli. 


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