Roma - I ministri Brunetta e Orlando hanno annunciato che “tra un mese arriverà un vero contratto sul lavoro da remoto”, disciplinato su tutto: dal diritto alla connessione internet e cellulare pagati e dagli orari in cui staccare la spina e la reperibilità. Al momento si parte con una disciplina univoca per i lavoratori statali, ma molte grandi aziende private si sono già mosse in ordine sparso - alcune ben prima del Covid - riconvertendo i contratti “in presenza” in smart working. Tra l’altro, nell’immediato consentirebbe pure di evitare grane nel personale con i green pass.
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Certo è necessario un confronto preliminare con i sindacati perché sono tante le clausole da rivedere e sottoscrivere, a garanzia del dipendente e dell’imprenditore: permessi, buoni pasto, infortuni di natura professionale. La formula, durante la pandemia, ha funzionato e spesso ha reso anche meglio, se non altro per il risparmio consentito a entrambe le parti: come i trasporti per i pendolari, e l’affitto e la manutenzione dei locali per le aziende. Con lo sviluppo dello Spid e altre identità digitali, ogni affare è gestito ormai completamente online.
Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, sarà evitato in maniera sistematica solo nella scuola - per cui si studierà un formula temporanea in caso di necessità sanitaria o altro tipo (idrogeologica, infrastrutturale…) - perché anche nella sanità, ad esempio, sta prendendo piede la telemedicina. La prima bozza dell’accordo quadro nazionale prevede che il tempo di lavoro venga diviso in tre fasce: operatività, contattabilità e inoperabilità, durante la quale il lavoratore avrà diritto alla disconnessione completa.
Il lavoro agile nelle funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) andrà concordato individualmente nella durata - se totale o part time - e nel luogo di lavoro, che non potrà essere fuori dai confini nazionali. Sarà facilitato inoltre per chi si trova in determinate categorie, come i disabili e i genitori con figli minori a carico. Il governo deve parlarne ancora con le parti sociali: ne sapremo di più a metà ottobre, quando il testo base potrà fornire un modello anche al settore privato.