Comiso - La nuova Ita Airways atterra a Londra per riprendersi gli espatriati italiani della vecchia Alitalia. Dei 700mila connazionali che si stima vivano nel Regno Unito circa la metà abita a Londra, dove della compagnia di bandiera vuole andare a prenderli per riportarli a Milano e Roma: e sì che i siciliani sono i più numerosi in assoluto degli italiani all’estero. È vero però che i due scali coprono 62 destinazioni al mondo e le principali città italiane, tra cui Palermo e Catania. Ma Ita mostra insofferenza pure verso gli scali dell'Isola a concessione pubblica in cui ancora opera, per gli incentivi che avrebbero concesso alle low cost per entrare nelle loro rotte: vuole vedere coi suoi occhi gli accordi di co-marketing vigenti coi vettori stranieri, reputandoli "poco trasparenti".
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«Scegliete noi per andare a casa» è lo slogan, ma in realtà - dal giorno del debutto, il 15 ottobre 2021, quando l’ex compagnia di bandiera spense i motori – Ita ha sempre mantenuto il collegamento tra le capitali inglese e italiana. Il cambio ha tuttavia fatto perdere terreno e clienti all’azienda, che ora vuole recuperare incrementando le tratte sul capoluogo lombardo. Di recuperare parte della mobilità nazionale e ripristinare, ad esempio, l’antica e patria continuità territoriale con l’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso, al momento, non se ne parla nemmeno. In 7 mesi Ita ha rimesso in piedi 90 voli settimanali su Londra, In autunno sono in arrivo dei nuovissimi Airbus A220: denaro da investire, insomma, ce ne sarebbe per competere: non solo col colosso British Airways ma anche a casa propria, proprio con le piccole Easyjet e Ryanair (che in questo periodo di crisi del comparto ha comunque cancellato o posticipato meno voli rispetto ai competitor).
Poco importa ai passeggeri italiani delle divise Ita disegnate dal re del cashmere Brunello Cucinelli, o della qualità del cibo a bordo: potrebbe almeno tentare un wet lease, che in gergo significa noleggiare una compagnia terza per effettuare i voli, come fa appunto Ryanair con Malta Air a Comiso. Lo scalo degli Iblei invece - che sta recuperando alla grande gli utenti dopo il 2020 e avrebbe, tra le altre mete, tantissimi viaggiatori interessati a Torino – ora tira avanti coi vettori charter, come il paio atterrati da Forlì nelle ultime settimane grazie a Aeroitalia: una low cost con certificato italiano, ma capitali stranieri, che decolla anche da Foggia e ricorda Alitalia solo per il nome e la «A» tricolore sulla coda. Grazie alla neo fusione con Fontanarossa a Catania, l’offerta dovrebbe solo migliorare.