Centuripe - La Sovrintendenza per i beni culturali di Enna ha bloccato il progetto di una centrale fotovoltaica da quasi 229 milioni per 384 megawatt di potenza solare, proposta da una società tedesca tramite la filiale bolzanina Ib Vogt Italia, perché nelle vicinanze dell’area interessata - l’entroterra di Centuripe - «sono stati rinvenuti in superficie diversi ciottoli attribuibili alle facies clactoniane del Paleolitico Inferiore, ed estesi frammenti ceramici», tali da far sospettare un «ricco macro-contesto archeologico».
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Quasi 500 ettari della valle del fiume Dittaino sarebbero stati laccati per 40 anni con una crosta nera e lucida di 711.360 moduli fotovoltaici di silicio, stravolgendo totalmente il paesaggio della Sicilia centrale. Il business dell’energia solare insidia i campi ma è anche vero che, trattandosi di una fonte pulita non fossile, ridurrebbe enormemente l’eco-disastro prodotto sull’Isola dalle combustioni fossili, responsabile tra l’altro dell’aumento di tumori nella popolazione residente vicino i siti inquinati.
Purtroppo o per fortuna non c’è un centimetro quadrato dell’Isola – culla della civiltà mediterranea – che non celi reperti preistorici e custodisca identità e integrità paesaggistica delle comunità residenti. Storia o clima, cultura o Co2: da che parte stare? Il progetto Centuripe era colossale: avrebbe prodotto da solo l’energia di tutte le centrali solari istallate in Italia da inizio anno. Ma in Sicilia le due anime, entrambe ambientaliste, non sempre vanno d'accordo.