Economia Lavoro

Occupazione, record a luglio

L’incremento dell’occupazione è guidato dalle donne e dagli autonomi, mentre si registra una diminuzione dei dipendenti

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/20-09-2024/occupazione-record-a-luglio-500.jpg Occupazione, record a luglio


Roma - A luglio l’occupazione segna un nuovo record. Con +56mila persone al lavoro, il numero complessivo di occupati in Italia supera la soglia psicologica dei 24 milioni di unità. Per l’esattezza siamo a 24 milioni e 9mila persone che dichiarano di avere un impiego. La fotografia (dati provvisori) è dell’Istat che evidenzia, entrando nel dettaglio, come la crescita dell’occupazione a luglio sia trainata sostanzialmente dalle donne (+54mila lavoratrici) e dagli autonomi (+75mila unità), che raggiungono quota 5 milioni 233mila. 

Record occupazione, l'Inps: Lavoro: a giugno +440 mila posti nel privato
L'economia italiana continua a crescere, con un saldo positivo di 440 mila nuove posizioni nel settore privato registrato a giugno 2024. Lo rende noto l'Inps, spiegando che si tratta di un risultato che conferma la vitalità del mercato del lavoro e la sua solidità. La dinamica dei flussi di assunzioni nel primo semestre di quest'anno, nonostante una leggera flessione rispetto all'anno record precedente, è infatti il segnale di trend positivi che si consolidano. In particolare, i contratti a tempo indeterminato registrano una crescita significativa, con un aumento di 347 mila rapporti di lavoro. 

Record di occupati ma l’Italia rincorre i risultati Ue 

L’Italia ha raggiunto i 24 milioni di occupati e il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre dell’anno è sceso al 6,8%, come ha appena certificato l’Istat. Il tasso di occupazione è al 62,2% e quello femminile migliora ancora, al 53,5 per cento. Numeri che fotografano un andamento positivo del mercato del lavoro, sicuramente di ripresa dopo il periodo difficile della pandemia. Restano però importanti divari, soprattutto se si guarda ai Paesi Ue, sia sul fronte del tasso di occupazione, sia sul fronte dei salari. Innanzitutto, ci sono i ritardi storici del nostro mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno, seppure in calo su base annua, resta al 12,5 per cento, oltre cinque punti sopra quello nazionale.


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