Ragusa – Pale al palo. In Italia ci sono 39 progetti di impianti eolici offshore in lista d’attesa, di cui 6 nel Canale di Sicilia, e ancora zero realizzazioni. Alcuni sottocosta, col pilone piantato in fondo; altri galleggianti: se fossero costruiti tutti sarebbero 17mila megawatt. Di centinaia di eliche al largo delle nostre coste a darci energia pulita non inquinante, per ora solo sulla carta, al momento stanno piantando solo quelle addosso alla spiaggia di Taranto.
In Sicilia sarebbe un modo per evitare crinali di colline sovraffollati di “mulini a vento” o terreni laminati col nero opalescente del silicio, nel caso del solare. Il grande parco eolico Med Wind del gruppo Toto - a una sessantina di chilometri al largo delle coste meridionali dell’Isola - ha completatole rilevazioni della nave della Marina Galatea e dei biologi della stazione zoologica Anton Dohrn, ma l’iter burocratico è tutt’altro che concluso: bene che vada non sarà eretto prima del 2025, per entrare in funzione solo nel 2026.
Altri due progetti sono solo ai primi passi: il 7Seas per 25 eliche da 10 megawatt, davanti Trapani; e il Mediterranean Wind Offshore da 38 torri eoliche per 137 megawatt di fronte Gela, dove si sta muovendo qualcosa anche per il gas. Il resto è ancora ai nastri, inclusa la promettente centrale della Forur Wind nella zona Banco di Pantelleria e Banchi Avventura, respinta dalla commissione ministeriale Via. Peccato perché sarebbero piattaforme che, in mezzo al mare, potrebbero concentrare energia da altri fonti alternative come vento, onde e sole.