Economia Energia

Parco eolico a Pozzallo: ok degli ambientalisti, ma è tutto in alto mare

Il progetto della piattaforma off-shore davanti le coste ragusane è ancora solo in fase embrionale

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 Pozzallo – Il mese scorso sono state presentate due nuove proposte di impianti eolici offshore, di fronte le coste di Pozzallo e Porto Empedocle. La Wind Energy Pozzallo, controllata di Blunova (parte del gruppo Carlo Maresca di Pescara, attivo nelle costruzioni), ha chiesto di realizzare un impianto flottante da 975 MW complessivi, formato da due sezioni da 32 e da 33 aerogeneratori, nel Canale a largo del litorale ragusano. Per Legambiente Sicilia è una buona notizia per il Mediterraneo, finora giacimento di estrazione di gas e petrolio. Nel pieno di una drammatica corsa al rialzo dei prezzi del gas, che non si ancora quando e come andrà a finire, e davanti a una crisi climatica dovuta all'inquinamento dell'energia fossile, è urgente infatti - secondo l'associazione ambientalista - procedere spediti con gli investimenti sulle fonti pulite e rinnovabili.

Sole, mare e - appunto - vento: catturati dalle turbine e tramutati in elettricità grazie a impianti fotovoltaici ed eolici davanti alla Sicilia meridionale, oltre che nell'entroterra. Transizione ecologica - per chi ancora non l’ha capito - significa decarbonizzazione della produzione industriale, ma anche nuovi posti di lavoro. L'impianto pozzallese, in particolare, è destinato a produrre una potenza nominale bastevole a rifornire circa 300.000 utenze. Tempi e modi di realizzazione, purtroppo, sono ancora “in alto mare”: ci vorranno anni. Per ora, siamo solo all’avvio dell’iter propedeutico di quello che si annuncia come uno dei più importanti parchi energetici galleggianti d’Italia: 65 aerogeneratori - ovvero le classiche torri con le pale, somiglianti a mulini - che con una serie di cavi sottomarini dalle acque internazionali del Mediterraneo raggiungeranno il litorale ibleo, tra Pozzallo e Maganuco.

Da qui, a sua volta, partirà un cavidotto interrato collegato alla stazione elettrica ragusana di Terna. Prima dell’ok del ministero alle infrastrutture al progetto elaborato da Rina Consulting, che coinvolge tra gli altri la Capitaneria di porto di Pozzallo, ci sarà prima la presentazione di eventuali osservazioni ed opposizioni. Poi l’acquisizione dei pareri dei vari enti competenti; quindi l’avvio dei lavori di installazione. La durata della concessione è di 40 anni. In mezzo, il cambio di governo con le ancora enigmatiche politiche ambientali del trio di destra. In parole povere, nulla che possa modificare a breve termine la mazzata delle prossime bollette in arrivo. Le domande di connessione alla rete elettrica Terna in sospeso, infatti, ammontano ancora oggi a ben 90 GW

Sono bloccate da norme obsolete, lentezza nel rilascio delle autorizzazioni, discrezionalità nelle procedure di Valutazione di impatto ambientale, blocchi delle sovrintendenze e contenziosi tra istituzioni. Basti pensare che – in base a quanto rivela la stessa Legambiente - su un totale 95.118 richieste in attesa, tra impianti fotovoltaici ed eolici, ben 23.083 sono in Sicilia: ovvero, un quarto del totale italiano. L'altro parco, quello empedoclino, è firmato da Watson Farley & Williams e AvenHexicon: joint venture partecipata da una società quotata a Stoccolma e una bolognese attiva nel settore delle energie rinnovabili, che ha chiesto la concessione demaniale marittima per realizzare un impianto offshore galleggiante da 1.200 MW, al largo dell'agrigentino. Ma, anche qui, l’iter è appena partito e ce ne vorrà di tempo per la messa a regime, attesa “solo” entro il 2030.


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