Roma - Le domande di Reddito di emergenza (Rem) per le nuove quote di giugno, luglio, agosto e settembre 2021, riconosciute dal decreto legge numero 73 del 2021 (dedicato a “Imprese, Professioni, Lavoro”), potranno essere presentate all’Inps esclusivamente dal primo luglio al 31 luglio 2021. Lo rende noto l’Istituto nazionale di previdenza sociale. I dettagli sui requisiti e sulle incompatibilità con altri benefici, precisa l’ente, saranno chiariti nei prossimi giorni. I nuclei familiari potranno presentare la domanda attraverso il sito internet dell’Inps (www.inps.it), autenticandosi con Pin, Spid, Carta nazionale dei servizi e Carta di identità elettronica. Per quanto riguarda il Pin, ricorda l’Inps, dal primo ottobre 2020 esso non viene più rilasciato dall’ente, dunque l’opzione riguarda esclusivamente chi ne sia già in possesso. La domanda, infine, può essere presentata anche attraverso gli istituti di patronato.
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Sono 992mila le domande arrivate entro fine maggio all’Inps per il reddito di emergenza. Alla fine del mese scorso scadeva la possibilità di fare richiesta per le mensilità di marzo, aprile e maggio introdotte con il decreto Sostegni. Una platea importante che porta i potenziali beneficiari del Rem quasi a sfiorare i numeri del reddito di cittadinanza: quest’ultimo nel mese di aprile ha raggiunto 1,2 milioni di famiglie. L’Inps comunica che, sulle domande pervenute entro aprile che sono già state lavorate, il tasso di accoglienza è stato in media del 60 per cento.
Solamente chi ha fatto domanda entro aprile ha già ricevuto la prima mensilità di Rem relativa al mese di maggio. Ma da oggi, 15 giugno, in poi, saranno messe in pagamento anche tutte le altre mensilità, anche per chi ha fatto domanda a maggio, così come per gli ex percettori di Naspi e Discoll. Per questi ultimi l’istituto ha confermato che le domande verranno valutate entro il 15 giugno, rassicurando i disoccupati che, incusi nella platea dei beneficiari grazie al decreto Sostegni, avevano già presentato richiesta entro il 30 aprile.
Ricordiamo che il reddito di emergenza, introdotto in forma temporanea ancora nel 2020 per contrastare le nuove povertà emerse nel periodo emergenziale, si rivolge ai nuclei familiari con Isee inferiore a 15mila euro che, oltre a rispettare altri requisiti reddituali e patrimoniali, non percepiscono il reddito di cittadinanza o altre indennità e bonus introdotti dal governo per far fronte alla crisi da Covid. Il contributo può variare a seconda dei casi da un minimo di 400 euro al mese fino a un massimo di 800 euro, elevabili a 840 euro solo in presenza di disabili gravi o non autosufficienti. A fine 2020 i beneficiari erano circa 335mila euro, per una media di 550 euro al mese percepiti al mese.
Il decreto Sostegni ha però ampliato nel 2021 la platea dei beneficiari, innalzando gli altri requisiti reddituali (riferiti al reddito familiare di aprile 2021): in particolare per chi vive in una casa in affitto la soglia reddituale è stata incrementata di un dodicesimo del valore annuo del canone di locazione. È inoltre stata prevista l’erogazione della quota minima di Rem (cioè 400 euro) anche per coloro che, con Isee fino a 30mila euro, si sono visti scadere la Naspi o la Discoll tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021, purché ancora privi di un contratto di lavoro. Questi ultimi, fa sapere l’Inps, sono responsabili di circa un 10% delle domande.