Economia Il deposito nucleare

Rifiuti radioattivi? Non riusciamo a smaltire neanche quelli normali

Da destra a sinistra, tutti i siciliani d’accordo nel no alle scorie ma sono ultimi nella differenziata



 Butera – Dal Pd alla Lega locali, dalla Regione al Cars agi appelli della società civile, da Coldiretti a “Uniti per le Madonie” a Cittadinanzattiva di Cefalù: è un coro di no alla costruzione sull’Isola del grande Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Una struttura da 900 milioni di euro, grande 150 ettari. I centri interessati dalle 4 aree siciliane individuate dalla Sogin sono tra le province di Palermo, Trapani e Caltanissetta: Castellana Sicula, Petralia Sottana, Catalafimi-Segesta e Butera. I primi tre a rischio sismico 2, l’ultima a livello 3, con “scuotimenti modesti”. Giusto un po’ di brio, per ravvivare qualche serata su un terra che fibrilla come la nostra. L’ex pm Antonio Ingroia vuole creare dei “comitati di Resistenza". In campo pure sindaci non toccati direttamente dalla mappa, come quello di Licata Pino Galanti: “Non solo siamo vicini, ma siamo pronti a scendere in piazza per far rispettare la vocazione turistica del territorio e per salvaguardare la nostra salute". 

Tutti contro gli scarti farmaceutici e ospedalieri, prodotti da cure e ricerca. Non altrettanto però verso quelli solidi e liquidi – comunque tossici e dannosi per campi e falde - verso cui i siciliani sfoggiano molta meno solerzia. La Raco di Belpasso - da cui dipende in parte anche Vittoria, nel ragusano - ha riaperto ieri, lunedì, dopo 10 giorni di stop per problemi tecnici e organizzativi. Il mese scorso la scoperta di un traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi, con la complicità di pubblici funzionari, ha portato al sequestro preventivo di altri due impianti di smaltimento e compostaggio, a Giardini Naxos e Ramacca. Ancora qualche settimana fa le telecamere che, a Palermo, hanno colto in flagranza più di mille persone mentre smaltivano l’immondizia all’aperto in maniera non corretta: hanno multato pure il pollo fritto KFC appena aperto. I dati Ispra diffusi a fine anno vedono la Sicilia ancora ultimi nella classifica della raccolta differenziata, al 38,5%: ce n’è di strada da fare, prima di poterci permettere i rifiuti nucleari.


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