Ragusa - La Sicilia impaurita dal tasso di positività ballerino, si mostra ordinata in questi primi nuovi giorni in rosso rispetto alle video-trasgressioni dei #Ioapro della penisola. L’Isola è la prima regione per contagi nelle 24 ore, 541 in più del Lazio secondo classificato: più tamponi si fanno più positivi spuntano, è vero, ma non è comunque una buona notizia. A Orlando non bastano nemmeno le scuole chiuse e a Palermo ha vietato con un’ordinanza pure di fermarcisi davanti, così da scongiurare sit-in di studenti e genitori. A differenza dei colleghi di Enna e Messina, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, e quello di Ragusa, Giuseppe Cassì, sarebbero per la ripresa delle lezioni in presenza. Ma più che i primi cittadini sono gli stessi istituti a decidere di aprire e chiudere in ordine sparso, in base ad adesioni e focolai, in un’Isola dove la dispersione scolastica è già al 24%.
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Se continuando così è auspicabile che almeno i contagi prima o poi calino, i problemi economici – continuando così – è certo che invece aumentino: per Confesercenti le due settimane in zona rossa in Sicilia costeranno in tutto mezzo miliardo ai commercianti, dopo gli oltre 5 bruciati dall’inizio dell’epidemia Covid. Se potessero due negozi su 3 manderebbero a casa un dipendente, ma i licenziamenti restano sospesi almeno fino al 31 marzo. L’abbigliamento, rimasto coi saldi strozzati in gola, è il comparto che paga il prezzo più alto sul fatturato. La maggior parte delle altre attività, infatti, resta più o meno aperta anche in zona rossa: sono diverse in giro quelle considerate "essenziali" oltre alimentari e farmacie.
L’Inps ha individuato 465 aziende siciliane sospettate di frode sulla cassa Covid: fra aprile e giugno, mentre tutto il Paese si fermava, sull'Isola l’edilizia segnava +16mila occupati, dovuti presumibilmente all’emersione del lavoro nero per accedere alla cassa integrazione. Pochi datori di lavoro l'hanno anticipata di tasca propria, per attendere i rimborsi: secondo la Cgil regionale circa 6mila lavoratori, di cui 4mila artigiani, la stanno ancora aspettando dallo scorso autunno. La "finanziaria Musumeci" - 1,3 miliardi di contributi a un elenco infinito di categorie - ha ottenuto il via libera da Roma prima di Natale, ma è ancora nel cassetto della giunta. Finora il Bonus Sicilia, 2mila euro a 50mila aziende, ha fatto il solletico ai beneficiari. Meno male che la neo assessora lombarda alla Sanità Letizia Moratti, secondo cui i vaccini andrebbero ripartiti in base al Pil, è ancora lontana da una rentrèe in Parlamento.