Economia La grande crisi

Ucraina, prezzi energia e alimentari saliranno ancora: ipotesi razionamento

Il corto circuito globale tra guerra, rifornimenti e costo della vita

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 Roma - Altro che abbassare le bollette di luce e gas: la causa italiana che il premier Draghi avrebbe dovuto perorare alla corte di Putin, sperando in uno sconto, è stata totalmente spiazzata dalla guerra all’Ucraina. Adesso sarà già tanto se i prezzi resteranno quelli che sono, cioè cari. Il nostro governo ha le mani legate dalla Nato e la sua azione diplomatica, sul fronte delle trattative energetiche, è stata strozzata sul nascere dalla raffica di pesanti sanzioni economiche emanate da Usa e Ue dopo l’attacco di Mosca a Kiev. Va da sé che se Roma alza troppo la testa, il Cremlino ci metterà un attimo a chiudere il rubinetto del gas. In un solo giorno, ieri, il prezzo del gas naturale in Europa è salito del 30%.

Hai voglia a bloccare caselli autostradali contro il caro vita e trivellare in mare alla ricerca di fonti di approvvigionamento alternative. La corda si è ormai spezzata e le catene della grande distribuzione devono prepararsi a una nuova ondata dei prezzi delle farine. Anche molti fertilizzanti per i campi sono derivati dal gas naturale. Il conflitto armato entra di traverso sul paniere della spesa delle famiglie, minacciando di colpire i redditi più bassi non solo su benzina e utenze domestiche ma sui prodotti “essenziali”: gli alimentari di base. L’anno scorso l’Italia ha acquistato dall’Ucraina oltre un milione di tonnellate di grano tenero (il 20% delle importazioni) e il prevedibile ammanco farà lievitare inevitabilmente i prezzi di pane, pasta, biscotti.

L’Ucraina è anche un importante fornitore di mais per i nostri allevamenti, un prodotto che già prima della guerra era rincarato fino al 50% prima della guerra: anche questo impatterà, a sua volta, sui costi di latte e carni, in un circolo vizioso che trascina al rialzo ogni bene. Senza contare gli avvoltoi della filiera, sempre pronti ad aumenti preventivi e speculatori. La tensione geopolitica - che affossa Borse e mercati - è appena cominciata ed è piombata in un momento che non poteva essere peggiore, quello della fragile ripresa post Covid. I consumi dovranno aspettare, e probabilmente essere ridotti.


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