Ragusa - Si è tenuto oggi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) un incontro dedicato al futuro degli impianti Versalis. L’incontro, che non ha soddisfatto le aspettative, si è limitato a ribadire quanto già annunciato il 24 ottobre scorso ai sindacati, senza entrare nel merito delle questioni fondamentali. La discussione si è fermata a enunciazioni di principio.
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Le dichiarazioni di ENI
Durante l’incontro, ENI ha confermato la volontà di riconvertire l’impianto di Priolo in una bioraffineria, sottolineando che si tratta di un mercato emergente con possibili opportunità occupazionali, affiancato dallo sviluppo del riciclo chimico.
Per quanto riguarda Ragusa, è stata ribadita la decisione di chiudere gli impianti di produzione, puntando invece su asset dedicati alla ricerca e alla sperimentazione a supporto delle nuove produzioni. Le conclusioni del Ministro A chiusura dell’incontro, il Ministro ha dichiarato: “La riconversione potrà offrire risposte occupazionali sia ai lavoratori diretti che all’indotto. Il governo sta lavorando a un piano energetico basato su rinnovabili e nucleare per ridurre i costi e aumentare la sicurezza energetica.Ha proposto due tavoli di approfondimento in sede ministeriale sui progetti siciliani e pugliesi”. L’assenza della Regione Siciliana. Sconcertante l’assenza della Regione Siciliana chiamata ad intervenire dal Ministro.
La posizione della UILTEC Sicilia
Il Segretario Generale della UILTEC Sicilia, uscendo dall’incontro, ha espresso forte insoddisfazione: “Abbiamo chiesto al Ministro di affrontare la questione in maniera più approfondita. È evidente che al momento né il governo né ENI abbiano compreso appieno le preoccupazioni dei lavoratori siracusani e ragusani. Non si è colto il grave problema sociale e occupazionale che potrebbe generarsi su quei siti. Non si può liquidare la questione dicendo che la riconversione è necessaria a tutti i costi: serve un equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale. Bisogna valutare attentamente gli impatti occupazionali sia sui lavoratori diretti che sull’indotto, considerando anche l’integrazione tra le aziende presenti a Priolo. Inoltre, non è accettabile cancellare la storia industriale centenaria di Ragusa dicendo semplicemente che il futuro è nel barocco. Aspetteremo i confronti territoriali per comprendere meglio i piani ed affrontare le questioni, nel frattempo valuteremo insieme ai lavoratori come proseguire questa vertenza.”
La UILTEC Sicilia ribadisce la necessità di un tavolo dedicato che affronti con serietà e responsabilità le conseguenze sociali, economiche e occupazionali di questa transizione.