Malta - Sta circolando molto un video di medici e studenti impegnati a ballare sulle note del "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto mentre vengono eseguite delle autopsie. Gli eventi del video fanno parte di una sessione preparatoria, una "Live Autopsy", della Società Italiana di Medicina Legale (Simla) in vista di un convegno che si terrà a Catania. Secondo Ansa, si riconoscerebbero professori di "note università italiane impegnati a ballare, cantare e riprendere con il telefonino il convivio durante lo svolgimento di esami autoptici". Da verifiche fotografiche fatte, risulta che il video sia stato girato durante una "Live autopsy" all'università di Malta: le immagini corrispondono a quelle indicate nel post Facebook sotto della Simla come le aule di dissezione anatomiche del "Department of Anatomy" della Facoltà medica maltese. Come da fonti di CataniaToday, l'aula che si vede nel filmato non appartiene all'Università di Catania.
Altra conferma è arrivata da uno dei diretti interessati, il responsabile della sessione, il professore ordinario di Medicina legale dell'Università di Catania, Cristoforo Pomara: si trattava di un incontro preparatorio a Malta in vista di un convegno che si terrà a Catania. Secondo quanto riporta Ansa, il video è giunto sui dispositivi anche di numerosi medici legali di altre facoltà i quali hanno chiesto una formale presa di posizione, prima sulla veridicità del filmato e, quindi, su eventuali provvedimenti disciplinari, da parte del ministro della salute, Orazio Schillaci e del presidente dell'Ordine dei Medici, Filippo Anelli. Lo stesso Claudio Cecchetto, autore della canzone "Gioca Jouer", ha commentato il video ripostando una foto sul proprio profilo Facebook.
Il professore ordinario di Medicina legale dell'Università di Catania, Cristoforo Pomara, affida a CataniaToday la replica in merito al video che ha scatenato polemiche dopo aver mostrato medici impegnati in un'autopsia mentre ballavano e cantavano sulle note di "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto. Today.it ne pubblica un estratto. "Apprendo con sconcerto dagli organi di stampa - dichiara Pomara - della diffusione illegale di un video effettuato durante una esercitazione anatomica all’estero e che fa riferimento impropriamente ai lavori preparatori di una sessione del Convegno nazionale della Società Italiana di Medicina Legale dal titolo 'Live autopsy' e della cui sessione sono responsabile". "Tengo a dire - precisa il professore - che a differenza di quanto erroneamente riportato dagli organi di stampa, il video illegalmente diffuso è stato realizzato in una pausa di una esercitazione anatomica all’estero su corpi donati a fini di studio e formazione e quindi assolutamente avulso dal contesto professionale medico legale. Non era una autopsia giudiziaria né un riscontro diagnostico".
"Tengo anche a precisare, che nessuna responsabilità ha la Società italiana di medicina legale alla quale semmai, va riconosciuto il merito di avere promosso, per la prima volta nella storia societaria, una sessione cadaverica live. Tantomeno colpe o responsabilità possono essere attribuite alle singole istituzioni accademiche cui appartengo io e alle quali appartengono i colleghi coinvolti nel video illegalmente diffuso. Si è lavorato per una settimana a tecniche di dissezione difficilissime, anche più di 12 ore al giorno dalla mattina alla sera tardi in sala anatomica per sfruttare al massimo il tempo previsto per le attività". "Tali sforzi - continua il docente responsabile del progetto - non possono essere mortificati da pochi secondi di un video che riprende un momento distensivo comunque necessario a stemperare la tensione derivante dalle delicatissime attività formative che si stavano svolgendo. Il video infatti, è stato realizzato in una pausa necessaria, lo ribadisco, da un punto di vista didattico dopo 7 ore di sezioni anatomiche difficilissime che hanno richiesto una concentrazione enorme. Non voglio tergiversare e non posso che scusarmi a nome mio e di tutti i presenti, non tanto per l’accaduto, ma per il fatto che lo stesso sia stato diffuso illegalmente e dato in pasto ai social e ai media in maniera tale da potere ingenerare forse qualche turbamento".