Giudiziaria Ragusa

Acate, 17 giorni senza Daouda: due piste, una sola fine

Vittima del lavoro o di una disgrazia, comunque vittima: che fine ha fatto il 37enne ivoriano?

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/19-07-2022/acate-17-giorni-senza-daouda-due-piste-una-sola-fine-500.jpg Vittima del lavoro o di una disgrazia, comunque vittima: che fine ha fatto il 37enne ivoriano?


 Acate - Si è fatto male o è deceduto in un incidente nei cantieri in cui arrotondava - vittima delle misure di (in)sicurezza sul lavoro che aveva appena denunciato sui social - e hanno fatto sparire il corpo per evitare guai con la giustizia? L’ultimo giorno in cui è stato visto, nel primo pomeriggio del 2 luglio scorso, un video colloca Daouda Diane proprio all'interno di un'impresa edile di Acate: si tratterebbe della SGV calcestruzzi srl che si occupa di produzione, trasporto e realizzazione di opere di pietra e cemento. Ma l'azienda, con una lettera inviata a Ragusanews, smentisce seccamente ogni coinvolgimento nella vicenda respingendo con fermezza le accuse della Usb Ragusa, secondo cui Daouda vi era impiegato "senza un regolare contratto" e senza alcun dispositivo di protezione, come mostrerebbe un video in cui maneggiava un pesante martello pneumatico. L'ivoriano - affermano i legali della SGV - non solo non ha mai lavorato in quel cantiere ma la ditta ha sempre applicato regolari contratti di lavoro. I carabinieri ci sono stati, e infatti non è emerso nulla.

C'è pure un secondo video, girato lo stesso giorno e nello stesso posto – in cui il 37enne mediatore ivoriano denunciava “questo è l'inferno, questa è la morte” – che la SGV non sa spiegarsi quando e come possa esser stato filmato all'interno del cantiere, eludendo i controlli. L'unica cosa certa è che poco dopo è sparito: dalle 14.30 il suo telefono ha smesso di squillare ed è da quel cantiere che se ne perdono le tracce. Testimoni neanche a parlarne, nessuno sa niente: né i coinquilini, né gli amici, né i sindacalisti e nemmeno la moglie, che in Costa d'Avorio attendeva il suo ritorno il 22 di questo mese. Dopo anni di lontananza Daouda voleva tornare a casa con più denaro possibile, racconta chi lo conosce bene, per sostenere la famiglia che non vedeva da tanto tempo. Il biglietto aereo era già pagato, impossibile una fuga volontaria. Difficile ammetterlo, ma è chiaro che ogni giorno che passa il decesso è sempre meno un’ipotesi. Ha pestato i piedi a qualcuno, sapeva qualcosa che non doveva sapere? Tuttavia non si può ancora escludere la pista della tragica fatalità: un passo falso o un malore, e il capitombolo in una scarpata sulla strada.

Eppure le forze dell'ordine hanno battuto palmo a palmo il territorio che frequentava, con i cani a terra e lo squadrone Cacciatori dall’alto. In ogni caso, non si tratta più di capire se sia vivo ma solo come sia morto. Senza risposte venerdì prossimo l'Usb replicherà la manifestazione che venerdì scorso ha portato oltre 300 persone nel centro di Acate, per chiedere indagini più stringenti: nelle campagne, nelle serre, nei burroni. Il nuovo appuntamento sarà direttamente davanti la Prefettura di Ragusa. "Non vogliamo intralciare le indagini – comunica Michele Mililli del sindacato -, ma pretendiamo di sapere cosa si sta facendo per ritrovare Daouda, morto o vivo che sia". Sarà l’occasione per discutere anche dei continui infortuni sul lavoro nel ragusano e dei mancati controlli: "Abbiamo chiesto un incontro pure al governatore Musumeci: non abbiamo avuto alcuna risposta, ma questo non ci farà certo desistere". 


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