Giudiziaria Vittoria

Bimbi uccisi da suv: 3 a processo a Ragusa per omissione

Aprirono le portiere del Suv e si diedero alla fuga

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Vittoria - Scapparono, aprirono le portiere del Suv e si diedero alla fuga, comportamento cristallizzato anche dalle telecamere di videosorveglianza presenti sul posto. Erano nell'auto che guidata da Rosario Greco investi' e uccise Alessio e Simone D'Antonio a Vittoria l'11 luglio del 2019. Angelo Ventura, Alfredo Sortino e Rosario Fiore saranno processati il 14 settembre 2021 al Tribunale di Ragusa davanti al giudice monocratico Vincenzo Panebianco per omissione di soccorso ai sensi dell'articolo 593 del Codice penale. Nello stesso procedimento è coinvolto anche Rosario Greco che risponde invece di porto ingiustificato di oggetti atti a offendere perchè nell'autovettura venne rinvenuta una mazza da baseball, lui non scappò dopo la strage.

Greco è stato condannato per la morte dei due bambini, sentenza confermata anche in Appello, a 9 anni di carcere per duplice omicidio stradale aggravato dall'alterazione psicofisica dovuta all'utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti. Rosario Greco è figlio di Emanuele 'Elio' Greco, che pur non essendo mai stato condannato per 416 bis è stato considerato dalla Dda di Catania come vicino al clan Carbonaro Dominante; venne arrestato nell'ambito dell'operazione Ghost Trash nel 2017 per associazione mafiosa finalizzata all'ottenimento di posizioni dominanti nel settore della realizzazione di imballaggi e intestazione fittizia di beni. Angelo Ventura, uno dei passeggeri che dopo l'impatto si diedero alla fuga, è figlio di Giombattista 'Titta' Ventura. Al momento è imputato - assieme al padre Giombattista (che la Procura distrettuale, dopo la cattura di Carmelo Dominante, ritiene avere assunto la reggenza del clan mafioso) - in un processo scaturito dall'operazione 'Survivors' condotta dalla Dda di Catania con il supporto investigativo di Squadra Mobile e carabinieri che permise - secondo l'accusa - di appurare l'esistenza di un sodalizio criminale riconducente alla "stidda" vittoriese. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, alla intestazione fittizia di beni. Ha diversi precedenti. Nella macchina anche Alfredo Sortino che ha dei precedenti e al quale viene in questo caso anche contestata la violazione degli obblighi di sorveglianza speciale a cui era sottoposto (perchè si accompagnava a pregiudicato) e Rosario Fiore.


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