Giudiziaria Ragusa

Coniugi intossicati dal monossido in luna di miele, 3 assolti a Ragusa

Una coppia di sposini hanno rischiato di morire in viaggio di nozze a Ragusa

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Ragusa - Due coniugi messinesi hanno rischiato di morire per intossicazione da monossido di carbonio nella stanza di un albergo di Ragusa il 27 agosto del 2017. I tre imputati sono stati assolti per non avere commesso il fatto. Innegabile che il fatto sia accaduto ma, in primo grado di giudizio, non sono loro i responsabili.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti. Il pm che aveva chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione per A. G., proprietario dell'albergo, e a 10 mesi per l'ingegnere progettista degli impianti termici e idrici F. M. e N. C. come esecutore dei lavori di installazione di due caldaie poste in opera tre anni e un anno prima dell'accaduto.

Il processo ha coinvolto come responsabile civile la società proprietaria della struttura il cui legale rappresentante è G. G.. "Ci eravamo sposati due giorni prima - aveva raccontato Oreste Urbano - e quella mattina del 27 agosto 2017 avevamo appuntamento con una nostra amica. Sapendo della nostra puntualità e non vedendoci arrivare è venuta in albergo insistendo per farsi aprire la porta della stanza. Io e mia moglie siamo stati trovati entrambi privi di sensi. Siamo stati in coma, trattati in camera iperbarica, siamo vivi grazie alla nostra amica". Lui e la moglie si sono costituiti parte civile.

Contestate e dibattute le perizie e consulenze, criticate le indagini che avrebbero portato a escludere le posizioni del Comune di Ragusa e della ditta che per conto dell'ente aveva effettuato dei lavori di rifacimento della strada adiacente la struttura che avrebbero invece causato la rottura di una tubazione a collo d'oca che secondo gran parte dei tecnici intervenuti per ricostruire la vicenda, e secondo le difese, sarebbe stata responsabile dell'accaduto; quel collo d'oca integro avrebbe impedito il ritorno del monossido. Di diverso avviso solo il perito del pm. I vigili del fuoco all'epoca intervenuti avevano registrato forti concentrazioni di monossido proprio nel pozzetto esterno le cui tubature portavano alla stanza, non rilevando invece nulla dalle misurazioni degli scarichi delle caldaie all'interno della struttura.


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