Capri - La Procura ha dato il via libera alla riesumazione del cadavere di Luca Canfora, il costumista del film Parthenope trovato senza vita nelle acque di Capri l’1 settembre 2023, dove stava lavorando con la troupe del regista premio Oscar Paolo Sorrentino. Sarà dunque eseguita una seconda autopsia sul corpo del professionista allo scopo di approfondire i dubbi espressi in questi mesi dalla famiglia.
L’ipotesi principale al vaglio degli investigatori rimane quella del suicidio, i magistrati però hanno deciso di non trascurare alcun dettaglio prima di trarre le conclusioni definitive. In questo scenario, il nuovo esame medico-legale rappresenta lo snodo necessario per poter fare chiarezza sull’accaduto.
Il pm Silvio Pavia, che con il procuratore aggiunto Alessandro Milita coordina le indagini condotte dalla squadra mobile, fisserà nei prossimi giorni la data per il conferimento dell’incarico a un esperto che dovrà riesaminare la salma anche alla luce degli interrogativi espressi da Giuseppe Canfora, il fratello di Luca. La famiglia, che si è avvalsa in questi mesi della consulenza dell’ex comandante del Ris dei carabinieri, Luciano Garofano, potrà nominare un proprio perito di parte. Luca Canfora è stato sentito come testimone negli uffici della squadra mobile diretta da Giovanni Leuci il 18 febbraio scorso e in quella occasione ha ribadito le forti riserve già espresse sull’ipotesi del suicidio.
I familiari del costumista indicano una serie di aspetti che, a loro giudizio, contrasterebbero con questa tesi: ad esempio, la mancanza di fratture e altri segni visibili sul corpo di Luca. In base alla prima ricostruzione sulla sua morte, l’uomo dovrebbe essere caduto dalla zona dei Giardini di Augusto, quindi da un’altezza tale da rendere inevitabile l’impatto del corpo con massi e scogliere sottostanti. «Ho visto a bara aperta mio fratello - ha raccontato Giuseppe in una intervista Repubblica - si sarebbero viste queste fratture...». La nuova autopsia dovrà verificare la corrispondenza delle lesioni con una caduta volontaria dall’alto verso il basso e verificare la presenza di eventuali altre lesioni riconducibili ad esempio all’aggressione ad opera di un’altra persona. All’esame degli inquirenti c’è inoltre un altro aspetto: un “vuoto” nei filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona dei Giardini di Augusto: il giorno della morte, i video riprendono Canfora quando entra, ma la sua figura poi non riappare nelle immagini successive. Il cadavere del costumista sarà poi rinvenuto in acqua da un canoista. Con ogni probabilità il medico legale chiederà tra i 60 e 90 giorni di tempo per eseguire la nuova autopsia e rispondere ai questi che saranno avanzati dai magistrati. Ma adesso, l’inchiesta è pronta a sciogliere tutti gli interrogativi che ancora accompagnano la morte del brillante costumista napoletano.