Giudiziaria I quesiti

Covid truccato: Razza solo indagato, i tempi dei pm, le dimissioni Musumeci

Lo spettro del commissariamento della sanità siciliana: 3 domande sul “sistema” spalancate dall’inchiesta

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 Ragusa - La prima domanda è perché l’assessore Razza non è stato messo ai domiciliari insieme agli altri intercettati, ma ufficialmente lo si sta ancora indagando, nonostante le trascrizioni delle conversazioni telefoniche lo inchiodino già da novembre, appena partite,  a "fatti di straordinaria gravità – scrive il gip - e la consapevole e volontaria alterazione di elementi conoscitivi rilevanti non può essere revocata in dubbio". Hanno voluto evitargli l’umiliazione dell'arresto illustre in cambio delle dimissioni, non potendo più inquinare le prove? Ma queste sono considerazioni politiche, trattamenti preferenziali, che non dovrebbero entrare in una Procura nel momento in cui viene accertato un reato.

La seconda domanda è perché, con tale materiale a disposizione, la procura di Trapani ha aspettato oltre 4 mesi, e decine di altre telefonate compromettenti, prima di intervenire finalmente ieri, scoperchiando il vaso. I magistrati hanno avuto bisogno di tutto questo tempo per raccogliere prove, mentre il Coronavirus dilagava incontrollato, per bloccare una frode che – abbassando indebitamente il livello del colore e delle misure anti contagio – rischiava di aumentare il numero delle vittime? La Procura non ha aspettato un po' troppo?

La terza domanda riguarda il futuro di Musumeci, tradito dal suo delfino: per Nello Ruggero è da 20 anni come un figlio, l’erede politico designato. Si è subito recato a trovarlo a Catania, trovandolo “visibilmente provato”. E dopo le sue dimissioni istantanee è partita, com’era prevedibile, la raffica di fuoco per chiedere anche quelle del governatore siciliano. Il primo, appena qualche minuto dopo la notizia dello scandalo, è stato Claudio Fava che ha stigmatizzato come “imperdonabile l'inettitudine di un presidente incapace di controllare la gestione dell'emergenza”. Poi è toccato a tutti gli altri, dal sindaco di Messina De Luca a quello di Palermo orlando.

Ma Musumeci invece di affrontare la questione prima che diventi nazionale (l’opposizione ha già chiesto a Roma l’invio di un commissario straordinario che prenda in mano la sanità) assume l’interim alla Salute e svicola, rinvia il dibattito nell’arena. Ammesso che sia stato “fregato” anche lui, come tutti noi, certo non si può dire che abbia controllato saldamente l’operato dei suoi sottoposti. Siamo nell’epidemia da un anno:  il monitoraggio e la verifica personale dell’andamento del contagio non è tema da delegare in toto ad altri, per occuparsi di cose che in questo momento non possono essere più importanti  del Covid.


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