Mazara del Vallo - Classe 1990, enfant prodige della vita pubblica locale con alle spalle diversi cambi di casacca, Giorgio Randazzo, il consigliere comunale di Mazara Del Vallo finito ai domiciliari per aver tentato di vendere a Fabrizio Corona file riservati sulla cattura di Matteo Messina Denaro rubati dal server dell’Arma da un amico carabiniere, nella cittadina trapanese è molto conosciuto. Mamma insegnante, padre agente d’affari, Randazzo, ora accusato di ricettazione, è sposato con una imprenditrice vinicola. Nel 2004 diventa baby consigliere comunale per la sua scuola, poi, appena maggiorenne, nel 2009 si candida al Consiglio comunale della città nella lista del Popolo delle Libertà con lo storico sindaco di Mazara Nicola Cristaldi.
Dal 2009 al 2012 è membro del movimento della Giovane Italia e nel 2014 viene rieletto al Consiglio Comunale, stavolta con Fratelli d’Italia. Dopo un anno passa a Diventerà Bellissima, il movimento fondato dall’ex governatore siciliano Nello Musumeci, ora ministro della Protezione Civile e col partito dell’ex presidente della Regione, nel 2017, approda all’Assemblea Regionale, carica che lascia dopo un anno in polemica con le scelte dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza sulle sorti dell’ospedale cittadino. Dopo un anno crea il movimento civico #mazaralibera e riesce a formare un gruppo in consiglio comunale. Poi la nuova svolta e l’approdo alla Lega di Salvini Premier con cui si candida a sindaco di Mazara. Randazzo però manca il sogno di diventare il primo cittadino leghista più meridionale d’Italia e deve accontentarsi dell’ennesima poltrona in consiglio comunale. Nel 2021 rompe anche con la Lega, non rinnova la tessera e torna alla casa d’origine aderendo a Fratelli d’Italia nel 2022. Del partito della premier è ora dirigente provinciale.