Conegliano Veneto - Oltre 550 giorni di assenza nell'arco di tre anni dalla nomina a insegnante di diritto in una scuola del Veneto. E faceva regali ai colleghi, come nulla fosse. A giugno infatti, al termine dello scorso anno scolastico si è presentato, come nulla fosse, negli uffici della scuola dove avrebbe dovuto lavorare con bottiglie di limoncello da regalare tutti, offrendole ai colleghi e anche alla preside.
E' una delle rare comparsate presso l'istituto trevigiano di Fabio Lanza che ha cercato in questo modo di essere "graziato" dal licenziamento che è inevitabilmente scattato, nel settembre scorso, da parte del "Cerletti" di Conegliano. Qualcuno l'ha definita «una scena degna di un film di Totò».
Il finale per il commercialista tarantino di 60 anni protagonista di questa vicenda non è stato lieto. Martedì scorso l'uomo è stato infatti arrestato dalla squadra mobile di Taranto per un cumulo di pene pari a sette anni e sette mesi di reclusione per truffa e peculato. Lanza era già salito, suo malgrado, agli onori della cronaca per essere il "prof assenteista" per antonomasia, capace di accumulare oltre 550 giorni di assenza nell'arco di tre anni dalla nomina a insegnante di diritto al "Cerletti": un anno lo ha trascorso in aspettativa, due in malattia, giustificata da oltre 60 certificati firmati da medici diversi. Una situazione che aveva messo in estrema difficoltà l'istituto di Conegliano che è dovuto ricorrere a docenti con contratti settimanali, non potendo nominare un supplente fisso per sostituire Lanza. «E' stata una situazione paradossale che abbiamo sopportato fino a quando si sono superati i 548 giorni di assenza per cui potevamo procedere al licenziamento» ha riferito la preside Morgan «ci ha contestato il calcolo dei giorni, chiedendo più volte il ricalcolo. Confesso che ho avuto un pò di titubanza, non è mai facile prendere provvedimenti di questo tipo». Quando, nel 2021, l'insegnante venne assegnato a Conegliano l'istituto era al corrente che l'uomo aveva a suo carico due condanne, per appropriazione indebita e per rifiuto di atti d'ufficio, che non potevano però impedirgli di andare in cattedra. Solo recentemente e per uno scrupolo della stessa preside è emerso che Lanza era stato condannato, a maggio, per peculato: la notizia era comparsa on line e poi è stata confermata controllando il casellario giudiziario. «Nessuno ci ha avvisato e le Procure dovrebbero allertare le scuole di queste notizie: abbiamo rischiato di mettere in cattedra qualcuno che avrebbe potuto essere arrestato mentre era in carica» ha sottolineato la preside «Spero che qualcuno approfondisca il tutto e spero anche che l'ordine dei commercialisti si faccia delle domande». «E' una situazione paradossale e ringrazio la dirigente per aver fatto seriamente il suo dovere, anche per la sua perseveranza e tenacia» così ha sottolineato invece il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, congratulandosi con la preside.