Giudiziaria Palermo

«Rosolino ci ha aggrediti e ci siamo difesi», la versione dei due fratelli

La versione dei due fratelli arrestati per l’omicidio in discoteca

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 Palermo - Il gip di Palermo ha disposto la custodia cautelare in carcere per il ragazzo di 22 anni coinvolto nell’omicidio di Rosolino Celesia, l’ex promessa del calcio assassinata la notte tra mercoledì e giovedì nel bagno di una discoteca di Palermo. Il giovane era accusato di detenzione illegale di arma da fuoco. Di omicidio volontario risponde, invece, il fratello minorenne che comparirà il giorno di Natale davanti al giudice. Entrambi sono stati fermati giovedì pomeriggio. L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. 

Poche ore dopo l’omicidio il più piccolo dei due fratelli ha chiamato i carabinieri ammettendo solo di aver partecipato alla discussione violenta che poi ha portato all’omicidio di Celesia, ma negando di aver fatto fuoco. Portato in Questura, dopo un lungo interrogatorio, ha confessato il delitto. Una versione che non ha convinto gli investigatori e che lascia il dubbio che il giovane abbia voluto ridimensionare il ruolo del fratello maggiore. 

Sul delitto restano molti lati da chiarire: dall’arma, una pistola mai ritrovata, alle reali responsabilità nell’aggressione, all’esistenza di altre persone implicate. Domande a cui non hanno risposto i tre video girati dalle videocamere della discoteca e dalla sorveglianza di alcune attività commerciali della zona che hanno immortalato i ragazzi mentre trascinavano il corpo della vittima e registrato gli spari, ma non hanno ripreso il killer. Celesia, ucciso pare dopo una lite, non è morto sul colpo, ma all’arrivo all’ospedale Civico.


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