Palermo - L’ex assessore regionale alla Salute Ruggero razza, indagato nell’ambito dell’inchiesta sui dati falsi sulla pandemia in Sicilia comunicati all’Istituto superiore della Sanità, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Trapani. Razza, che si è dimesso oggi in seguito all’inchiesta, era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Enrico Trantino.
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Nel frattempo perquisizioni negli uffici, computer al setaccio, cellulari sequestrati: si è abbattuto un vero terremoto negli uffici dell’assessorato regionale alla salute, a Palermo, dopo gli arresti di Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe, del funzionario regionale Salvatore Cusimano e di Emilio Madonia, dipendente della società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato. Mentre il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha assunto l’interim della Salute, in assessorato il più alto dirigente in carica resta Mario la Rocca, direttore generale del dipartimento. Potrebbe essere proprio quest’ultimo a prendere l'interim della collega Di Liberti, posta agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine sui dati falsi. Con le dimissioni di Razza, decade contestualmente l'intero ufficio di gabinetto, cioè il personale di staff che supporta l’assessore, formato da 14 persone, compreso il capo di gabinetto, il quale deve essere un dirigente regionale interno; delle altre 13, soltanto 4 possono essere figure esterne. Musumeci potrebbe anche decidere di mantenere intatto l’ufficio di gabinetto di Razza.
"Oggi il conteggio dei dati si è bloccato perché se ne occupava l’ufficio della collega Di Liberti - spiega Mario La Rocca al telefono -. Era immaginabile che il report quotidiano si bloccasse».