Agrigento - Un’idropulitrice, spazzoloni e forse inaspettato impegno civile hanno cancellato in poche ore la macchia rossa che ha sfregiato le falesie di Scala dei turchi. La notizia dell’atto vandalico contro la scogliera ha suscitato l’attenzione anche di media stranieri: in allegato le immagini girate sul posto ieri dall’agenzia russa Rutply. Ma anche se di quello scempio non rimane traccia, le indagini sui responsabili proseguono. I carabinieri, che su delega della procura guidata da Luigi Patronaggio indagano per danneggiamento di beni avente valore paesaggistico, hanno già stretto il cerchio sui presunti autori.
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Dai filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, non si tratterebbe né di un gesto dimostrativo della criminalità né di una pseudo performance artistica, come quella della turista milanese a Pantelleria, ma di un banale e insensato vandalismo. Lo confermerebbe anche il liquido versato, che non tradisce un’azione studiata: ossido di ferro per verniciature in esterna, polvere che la pioggia ha sciolto trasformandola nella chiazza che ha imbrattato per mezza giornata la candida roccia. Eppure non è la prima volta che accade: quest’estate, la notte del primo luglio, accadde un episodio assolutamente identico, che tuttavia destò minore clamore mediatico.
Oltre l’inchiesta, resta la polemica per una zona dal valore paesaggistico la cui violata interdizione - per motivi di dissesto idrogeologico - è stata ripetutamente denunciata anche da Ragusanews: un esile reticolato la protegge l’area, sfondo di film e spot, e candidata dall’Ars a patrimonio Unesco. Pare che proprio grazie a una produzione Belen Rodriguez la vicina Punta Pianca sarà sottratta alle manovre dell’esercito, per diventare riserva naturale. La Scala, invece, aspetta dal 2018 il vincolo sulla spiaggia di Realmonte e dal 2020 il presidio di vigilanza promesso da Musumeci. Nel frattempo, poco lontano, c’è qualcuno che prova addirittura a mettere le mani sull’antica Torre di Menfi.