Giudiziaria Palermo

Truffa dell’università fantasma «Jean Monnet»: sequestrati oltre 3,5 milioni di euro

«Sparite le rette di 800 studenti». Le lauree vendute in tutta Italia

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Palermo - Maxi truffa dell’università fantasma italo-bosniaca Jean Monnet. Oltre ad avere venduto a oltre 800 studenti di tutta Italia lauree in medicina, veterinaria e altre professioni legate alla sanità, mai riconosciute dal ministero dell’Università, il fantomatico Dipartimento di Studi Europei «Jean Monnet», gestito da una fondazione con sedi in Bosnia e a Lugano, attraverso un giro di società avrebbe nascosto il denaro incassato con le rette evadendo il fisco italiano per milioni.

La procura di Palermo ha ora disposto il sequestro di oltre 3,5 milioni di euro a carico della fondazione Zaklada Europa che gestiva l’attività di formazione del Dipartimento. Un fiume di denaro sarebbe sparito e finito nelle tasche del dominus della truffa, Salvatore Giuseppe Messina, dei figli Dario e Giuliana e delle sue due complici Maria Alexandra Mladoveanu Ghitescu, membro del consiglio di amministrazione della fondazione e legale rappresentante della succursale di Lugano, e Leopoldina Frigula, presidente della fondazione. La Zaklada avrebbe fatto sparire le rette, che andavano dai 3.500 a 26.000 euro l’anno, pagate da oltre 800 iscritti per la frequenza di corsi di laurea e scuole di specializzazione e per ottenere attestati che per lo Stato italiano sono carta straccia. 

Le indagini hanno accertato che, pur essendo riconducibile a una fondazione di diritto croato, l’ente, a partire dal 2020, ha operato in Italia con professionisti e docenti palermitani. Quindi avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia. Messina, irreperibile da mesi, avrebbe fatto arrivare il denaro su conti correnti esteri gestiti attraverso società di comodo in Inghilterra, Svizzera e Bosnia ed Erzegovina, Paese, quest’ultimo, in cui ha sede l’università privata, priva di accreditamento nazionale, con cui il Dipartimento di Studi Europei sosteneva di avere una partnership. L’inchiesta, esempio di cooperazione giudiziaria internazionale, è stata condotta da una squadra investigativa di poliziotti bosniaci e finanzieri italiani che hanno accertato ricavi incassati e non dichiarati al fisco per circa 9 milioni di euro per l’organizzazione di circa 50 corsi universitari online.

«Dario chiedi a papà se preferisce che Aurora venga assunta contrattualmente da Zaklada o da European education», chiedeva al fratello Giuliana Messina non sapendo di essere intercettata. «Giusto per capire se devo provvedere io come Zaklada o no. Non è ancora stato versato lo stipendio mio e di papà del mese di settembre perché sul conto abbiamo 17.000 quindi rimarremmo senza soldi se versassi il nostro stipendio», continuava. «Dal suo conto "erste" poi prendi 25000 e li mandi a Zaklada», le rispondeva il fratello. «Dico tu ti rendi conto che è sempre tutto un casino?», commentava la ragazza. Per gli investigatori una delle prove che la persona giuridica estera era "artificiosa", “ossia in concreto priva di autonomia, rappresentando solo uno schermo attraverso il quale l'amministratore ha agito”


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