Giudiziaria Catania

Violenza a Catania, uno dei fermati collabora alle indagini

Contestati i reati di violenza di gruppo, lesioni e sequestro di persona

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Catania - L’ultimo faccia a faccia era fissato per oggi pomeriggio. In una struttura protetta la 13enne catanese violentata il 30 gennaio da sette egiziani (5 maggiorenni e due 15enni), si è trovata davanti uno degli aggressori per il riconoscimento all’americana. Nei giorni scorsi, dopo aver raccontato agli inquirenti lo stupro subito, ha già riconosciuto due dei sette indagati come suoi aggressori. La violenza brutale è avvenuta alla Villa Bellini, giardino settecentesco nel pieno centro del capoluogo etneo. La vittima, che era in compagnia del fidanzato 17enne, è stata seguita, trascinata in un bagno pubblico e bloccata.

«Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare...», ha gridato mentre in tre immobilizzavano il ragazzo che era con lei, due la stupravano e gi altri del gruppo guardavano.

All’indagato sottoposto al confronto, che ha appena compiuto 18 anni, sarà anche prelevato un campione biologico, con un tampone, per confrontarlo con le tre tracce trovate in un indumento intimo della vittima: una apparteneva a lei e un’altra a uno dei fermati. La terza non è stata ancora attribuita, ma non sarebbe compatibile con i profili genetici dei protagonisti della vicenda. Indicazioni utili per risalire al branco sarebbero arrivate, oltre che dal racconto della coppia, da uno degli indagati che ha collaborato con gli inquirenti, e dalle immagini di videosorveglianza della villa. Sul brutale episodio indagano per violenza aggravata di gruppo, lesioni e sequestro di persona, la Procura distrettuale con l’aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo e la Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocono. L’indagine ha chiuso il cerchio sul gruppo in poche ore. A condurla sono stati ii Carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale, la Sezione investigazioni scientifiche che ha eseguito gli accertamenti tecnici e il Ris di Messina. Entro domani, a 48 ore dai fermi, dovrebbe tenersi l’udienza di convalida dei provvedimenti. Quattro maggiorenni sono in carcere, quello che ha collaborato è ai domiciliari, mentre i due minori sono in una comunità alloggio.


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