Ragusa - Buongiorno Ragusanews,
da cittadina ragusana voglio segnalare alle istituzioni, al Prefetto, al Questore, ai vertici dell’ASP di Ragusa e del Pronto Soccorso lo stato in cui purtroppo versa la nostra sanità pubblica. Come sappiamo è qualcosa che riguarda ormai molti ospedali, ma se i cittadini non parlano, non scrivono, non segnalano al mondo intero le storture che ci sono, come si può sperare che qualcosa cambi in meglio. In peggio probabilmente si.
Sono testimone diretta di due casi che, dopo averli tristemente vissuti, mi spingono a denunciare - nel senso appunto di manifestare, portare a conoscenza - il grado di inefficienza della nostra sanità pubblica.
Desidero rivolgermi al Manager, al Direttore Sanitario e al Direttore del Pronto Soccorso, invitandoli a trascorrere 24 ore dentro il Pronto Soccorso per capire bene, per constatare con mano tutto quello che non va in un servizio ai cittadini che è il più importante in assoluto. La salute è indubbiamente al primo posto per importanza, tutto il resto viene dopo. Su questo non si discute. I signori che non guadagnano certamente 1.300/1.500 euro al mese dovrebbero in forma anonima recarsi nelle strutture che hanno l’onore e l’onere di governare e un attimo dopo prendere gli opportuni provvedimenti migliorativi. Lavorano per perseguire questo obiettivo, è questo il significato del loro lavoro o no? Tutti abbiamo bisogno prima o dopo delle cure e dell’assistenza del Servizio Sanitario, dell’ospedale, anch’essi. E se per caso questo non dovesse valere per loro, significherebbe che hanno corsie privilegiate rispetto ai comuni mortali e possono stare tranquilli insieme ai familiari. Non voglio pensare una cosa del genere, anche se a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca...
Bene, sono tante le azioni da intraprendere verso una sanità che va gestita nel miglior modo possibile e nessuno con ruoli di alta responsabilità si trinceri dietro quella frase fatta ormai d’uso comune “non ci sono i soldi”. Valgono a poco le dichiarazioni di intenti, i proclami, le statistiche, i buoni propositi se poi la realtà è diametralmente opposta.
Saluti (non tanto cordiali).