Modica - Gentilissima redazione,
Come siamo lontani.
Da una cultura di base che rispetti noi e l’ambiente. Eh già, perché non rispettare l’ambiente significa non rispettare noi stessi. Eppure mi domando cosa ci spinge in una giornata meravigliosa come la domenica di oggi, a cercare il contatto con la natura, con luoghi incontaminati, spazi aperti, l’orizzonte del mare, se poi a lasciarci dietro di noi lasciamo questo alla natura: 11 bottiglie di birra, la confezione di un pollo mangiato lì sul momento, plastica di confezioni di vario genere, mozziconi di sigarette, insomma una domenica passata in compagnia certamente. Eppure in questa allegra compagnia che ce ne sia stato “uno” soltanto a dire “no ragazzi, non sono d’accordo a lasciare tutto buttato lì in terra, prendo io il sacco dei rifiuti e vado io a buttarlo nel secchio”. Che dire, in fondo nel sacco ce li avevano messi… Quello che rimane dentro di “loro” non lo so, ma quello che resta in quel luogo dapprima incontaminato è quello che vedete in foto.
Sapete qual è la conseguenza?
La ”teoria della finestra rotta”. Immaginate un marciapiede dove i rifiuti si accumulano. Presto, più rifiuti si accumuleranno, alla fine, sempre più persone inizieranno a lasciare un numero sempre maggiore di sacchi di rifiuti, provenienti perfino dai ristoranti e altri esercizi commerciali fino a sommergere le auto in sosta. La teoria della finestra rotta è una teoria criminologica secondo cui i segni visibili del crimine, del comportamento antisociale e dei disordini civili creano un ambiente urbano che incoraggia ulteriormente criminalità e disordine, compresi i reati gravi. Allora decido di prendere dei guanti e andare a raccogliere tutto. Ma non per il merito di essere detta: “brava, dai il buon esempio!”, no.
In un ambiente urbano anonimo, le norme sociali e il monitoraggio non sono chiaramente noti. Le persone cercano segnali nell’ambiente per quanto riguarda la presenza di norme sociali e uno di questi è l’aspetto generale dell’area. Secondo la teoria della finestra rotta un ambiente mantenuto ordinato e pulito invia il segnale che l’area è monitorata e che il comportamento criminale non è tollerato.
Viceversa, un ambiente che viene mantenuto disordinato o degradato invia il segnale che il territorio non è monitorato e che un comportamento incivile ha uno scarso rischio di essere rilevato. La teoria presuppone che il paesaggio “comunichi” alle persone. Non è tanto l’effettiva finestra rotta che è importante, ma il messaggio che la finestra rotta invia alle persone. E per questo, che Vi invito a mettere i guanti e farlo anche voi qualche volta, senza alcun imbarazzo - non ce né motivo - a raccogliere i rifiuti di chi pensa di rimanere impunito. Perché vedete la finestra rotta simbolizza l’indifferenza e la vulnerabilità della comunità e rappresenta la mancanza di coesione di persone all’interno.
I quartieri con un forte senso di coesione riparano finestre rotte e asseriscono responsabilità sociale su se stesse, dandogli un controllo effettivo sul loro spazio. E non pensate erroneamente che chi commette reati contro la natura, come l’abbandono di rifiuti in un posto incontaminato e bello come quello ritratto in foto siano solo individui con scarsa capacità intellettiva.
Philip Zimbardo, docente in psicologia sociale alla Stanford University, nel 1969 pubblicando i risultati di alcuni suoi esperimenti eseguiti per dimostrare la teoria della finestra rotta, dimostrò che le due cabriolet senza targhe, parcheggiate una in un quartiere malfamato di New York e l’altra nel quartiere di Palo Alto (nota ricca cittadina in California), vennero vandalizzate in tempi diversi dal loro abbandono, quella di New York solo dopo dieci minuti, ma anche a Palo Alto i “vandali” dopo qualche ora sembravano essere in maggioranza “rispettabili uomini bianchi”.
Cordialmente,
Emanuela Napolitano