Catania - Gentile Ragusanews,
sono una vostra lettrice e vi scrivo per raccontare ciò che è successo a me, mio marito e mio figlio il 12 dicembre scorso. Avevamo acquistato tre biglietti per prendere il volo Catania-Torino delle 8,50 del mattino, l’imbarco chiudeva alle 8,20, quando il bambino mi ha chiesto di essere accompagnato in bagno. Avevamo fatto con largo anticipo il check-in (eravamo arrivati in aeroporto due ore prima) e sapevo che qualora l’imbarco fosse iniziato, dal gate ci avrebbero chiamato per nome attraverso gli altoparlanti.
Alle 8,30 di fretta ci avviciniamo all’imbarco e una hostess di terra Ryanair con fare infastidito ci dice che le operazioni sono chiuse e che noi non voleremo. Faccio notare con gentilezza che mancano ancora venti minuti, che l’aereo è fermo davanti a noi e che nessuno ci ha chiamato al microfono per quanto risultasse che avevamo fatto il check-in superando il vaglio dei bagagli. La hostess di terra ci dice che deve lavorare, non ha tempo da perdere e non può rischiare di perdere il lavoro.
Mentre la signora dà vita a questo personalissimo show, un suo collega Ryanair, molto comprensivo, chiama all’interfono il comandante dell’aereo per sapere se è possibile farci salire, visto che mancano ancora venti minuti al decollo. Mentre lo steward ci chiede di fornirgli i documenti e la carta di imbarco, una ragazza arriva trafelata e chiede di salire sul volo per quanto in ritardo. La hostess si infuria, ci intima di andare via e ci scaccia come mosche fastidiose.
Morale: abbiamo speso altri 450 euro per volare cinque ore dopo. La signora non è mai stata sfiorata dal dubbio delle ragioni del nostro viaggio a Torino, fossero esse di piacere o di grave necessità.
Chiudo con i dati: 12 dicembre, Catania-Torino ore 8,50 Fr 909, riferimento KM3KPD.