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Amadeus, ascolti bassi per «Chissà chi è»

Lo share di «Chissà chi», condotto da Amadeus sul Nove, è sceso al 2,7%

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/04-10-2024/amadeus-ascolti-bassi-per-chissa-chi-e-500.jpg Amadeus, ascolti bassi per «Chissà chi è»


Ascolti al ribasso: 535.000 telespettatori, share al 2,7%. L’avventura di Amadeus sul Nove va male perché anche le previsioni meno ottimistiche non si spingevano verso numeri così allarmanti. Libero ha lanciato il sasso: «Chissà chi è sprofonda e il Nove non sa se spostarlo o cancellarlo». Ipotesi che a Warner Bros. Discovery al momento definiscono totalmente infondate. Il gruppo si aspettava una partenza più lanciata, le riflessioni in corso però sono solo su come eventualmente migliorare il programma, non ci sono idee di spostamenti, tantomeno di cancellazioni, il sostegno al conduttore è totale; mentre Amadeus sta pensando a come apportare modifiche al gioco per renderlo un prodotto meno estraneo al pubblico di nicchia del Nove, molto diverso da quello di Rai1 che è a trazione nazionalpopolare. Amadeus sa che deve ancora portare il suo valore aggiunto, che non si può essere squagliato all’improvviso. Ma è comunque tranquillo, c’è chi dice che lo ha visto molto più abbattuto per il derby perso dall’Inter che per i dati di ascolto che legge ogni mattina. Anche Baudo pare averlo rincuorato con parole di buon senso e stima: succede ai conduttori nazionalpopolari, c’è bisogno di calma, capitò anche a lui quando passò a Rai3 e non si portò certo dietro il pubblico che aveva su Rai1. 

Amadeus pensa alle ragioni che lo hanno spinto a lasciare la tv pubblica erano non economiche, ma profonde: «Da Rai e Warner Bros. Discovery ho avuto sul tavolo due bozze di contratto uguali nelle cifre e nella durata (si è parlato di 10 milioni di euro per 4 anni, ndr). Ma dal punto di vista affettivo qualcosa è evidentemente venuto a mancare». Ora il conduttore deve pensare anche alla Corrida la cui partenza, in prima serata, è prevista a fine ottobre. Il format sembra però soprattutto adatto a quel pubblico di Rai1 che non si è schiodato dal primo canale. Forse le riflessioni più urgenti andrebbero fatte in questo senso: andare in onda con un programma «datato» rischia di essere un suicidio.


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