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Carmen Consoli: "Vorrei che mio figlio conoscesse suo padre un giorno"

Carmen Consoli concede una intervista al Corriere della Sera e parla del padre di suo figlio

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/10-12-2021/carmen-consoli-vorrei-che-mio-figlio-conoscesse-suo-padre-un-giorno-500.jpg Carmen Consoli: "Vorrei che mio figlio conoscesse suo padre un giorno"


Catania - «È medico, ama Bach e la buona cucina. Mi piacerebbe incontrarlo». Carmen Consoli concede una intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera e parla del padre di suo figlio

«Si chiama Carlo Giuseppe, è un bambino che oggi ha otto anni, ha una bella testa, è molto portato per la matematica. Adesso è arrivato anche a capire il meccanismo delle radici quadrate. Non perché sia un genio, solo perché è appassionato e curioso. Suona il pianoforte e la batteria, compone le sue prime canzoni, esprime i suoi sentimenti. È arrivato in me e ha cambiato totalmente la mia visione sul mondo. Uno parla di aspettative che vengono costantemente deluse, disattese. Invece mio figlio è stato più delle aspettative, più del desiderio che io nutrivo; ha proprio cambiato la lettura che io ho del mondo, di tutto quello che vedo, di tutto quello che vivo».

Hai deciso che lui sappia in futuro chi è suo padre?
«Sì».

Mi racconti questa decisione?
«Ho fatto questo intervento a Londra proprio perché c’è la possibilità di poter far conoscere a questi bambini il proprio padre. Quando lui avrà quindici anni per legge conoscerà, se vorrà, il suo papà. Al momento non è intenzionato. Io ho cercato di mandare una lettera per anticipare questo momento perché, chiunque sia questo padre a cui io sono molto grata, secondo me gioirebbe nel vedere un bambino così. Quindi non vorrei fargli perdere l’emozione di farglielo conoscere ora. Però Carlo non è intenzionato, perché ha paura che qualcuno occupi il letto grande. Mi ha detto però una cosa molto importante: “Potresti traumatizzarmi”. I bambini si abituano a dei riti, delle abitudini e il momento in cui si sconvolge il loro equilibrio può essere pericoloso. Lui ha molte figure maschili importanti attorno a sé. Sono tutti i suoi zii, le persone che frequentano questa casa e che gli dedicano veramente tanto tempo».

Hai potuto scegliere il padre di tuo figlio?
«Ho potuto scegliere il padre di mio figlio, sì».

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Sulla base di quali caratteristiche?
«Ho avuto una lista innanzitutto di donatori compatibili. Io sono zero negativo per cui è molto complicata la combinazione anche dal punto di vista biologico. C’erano delle caratteristiche nella sua scheda: gli piace la musica, ha un diploma in pianoforte, ama Bach, Mozart e Beethoven. Lui è medico, studia la filosofia, non è religioso ma ama la filosofia orientale. E anche l’arte contemporanea. Una cosa importantissima è che ama la buona cucina, ha il palato fine. Insomma c’erano tre componenti favorevoli: Bach, la buona cucina, l’intreccio di scienza e musica. D’altra parte è il tipo di persona che forse avrei voluto incontrare, nella vita».

Non hai mai avuto il desiderio di conoscerlo?
«Tantissimo. Ho una curiosità incredibile».

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Non puoi farlo?
«Io ho mandato questa lettera, prima che ci fosse tutta la tempesta del Covid. Adesso provo a sollecitare nuovamente per vedere se si può affrettare questo incontro. Se lui dovesse essere disponibile, la cosa si potrebbe fare. Quindi adesso solleciterei. Sì io sono molto curiosa».


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