Napoli - Il Castello delle Cerimonie più che ai titoli di coda è arrivato alla parola fine. Scatta il ritiro delle licenze alla famiglia Polese che in questi mesi ha continuato ad aprire i suoi cancelli bianchi alle coppie di sposi pronte a rischiare per la festa di nozze, nonostante il provvedimento di acquisizione al patrimonio del comune di Sant’Antonio Abate.
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“Come comunicato nelle scorse settimane, è stato notificato il provvedimento di revoca delle licenze per la ristorazione e per l'albergo alle tre società che hanno gestito finora il complesso immobiliare denominato “Grand Hotel La Sonrisa”, in vista della completa acquisizione del bene a patrimonio comunale”, dice Ilaria Abagnale, sindaca di Sant'Antonio Abate. A questo punto è questione di pochi giorni.
Tutto dipende dall’ultima carta che gli eredi di Antonio Polese, la figlia Imma e il marito Matteo Giordano, si giocano al Tar con la richiesta di una sospensiva. Una strada già fallita in un primo tentativo. Intanto la sindaca Ilaria Abagnale va avanti con l’iter stabilito da una sentenza della Cassazione che ha giudicato la mega struttura resa famosa in tutta Italia con la trasmissione di Real time completamente abusiva. Quindi nonostante sia continuate ad arrivare in questi mesi prenotazioni per i matrimoni alla napoletana nelle sale con stucchi dorati e grandi specchi, copia trash della Reggia di Versailles, il complesso la Sonrisa è vicino alla chiusura definitiva. Cala il sipario sui matrimoni alla napoletana con piatti in oro e cristalleria, velluti, broccati, sedie vestite con tanto di fiocco e torte alte da quattro piani in su, destinati a durare dodici ore con il finale affidato ai cantanti neomelodici.
Un mix tra un matrimonio celebrato a Las Vegas e la tradizione. Il consiglio comunale sarà chiamato a pronunciarsi sui primi atti d'indirizzo per il futuro degli immobili e dell'area di circa 44mila metri quadrati che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese. Dovranno decidere se demolire l’intera struttura con sale per ricevimenti da 500 persone e pista di atterraggio per ospiti vip o provare a risanare gli abusi per dare una seconda vita alla struttura. “Un primo passo per dare nuova vita a quell'area – conclude Ilaria Abagnale – seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione”. Intanto i Polese non parlano, ma molti suppongono stiano cercando una location alternativa per continuare un affare d’oro. Difficile trovare comunque un altro Castello delle Cerimonie.