Sapri, Salerno - Ha 22 anni. Chiara Franco, originaria di Sapri, nel salernitano, nella giornata che la religione Cristiana dedicata all'Immacolata Concezione, 8 dicembre, è diventata suora. La sua è una storia di crescita, un cammino intimo e profondo alla ricerca di se stessa attraverso la fede. Chiara, figlia di un comandante di stazione dei Carabinieri nel piccolo centro cilentano di Torchiara, a sud del territorio salernitano, a 18 anni è decisa a seguire le orme del padre, poi qualcosa stravolge la sua.
«Stavo studiando per entrare nella scuola per marescialli dei carabinieri. Volevo seguire la carriera di mio padre. Avevo appena conseguito il diploma all'istituto Da Vinci di Sapri. Avevo sogni e desideri ma anche dei piani precisi. Volevo fare la carabiniera, sposarmi con il fidanzatino dell'epoca, avere tre figli maschi - sorride - insomma avevo i miei bei progetti. Poi da un giorno all'altro, la mia vita è cambiata».
Cos'è successo?
«Di rientro da una vacanza con il mio fidanzato, mi accorsi che ero confusa, strana. Decisi che era il caso di allontanarmi. Pensai di andare in Ecuador seguendo l'invito di una suora che avevo conosciuto quattro anni prima a Lourdes. Apro una parentesi, io mi limitavo ad andare a messa, non ero attiva in parrocchia però andavo ogni anno in pellegrinaggio a Lourdes. Lì ho conosciuto quella suora. Decisi di andare a festeggiare il mio 18esimo compleanno in Ecuador e contattai quella suora. Lei mi chiese un semplice "come stai". Le raccontai il mio stato confusionale che per me era una cosa molto strana visto che io sono sempre stata molto decisa. Lei mi consigliò di pregare, di affidarmi al Signore perché avrei avuto una risposta. In realtà io non pregavo. Io l'ho stressato (dice sorridendo; ndr) il Signore. Dopo quattro giorni ho lasciato il mio fidanzato. Avevo capito. Volevo farmi suora».
Come hanno reagito il suo fidanzato dell'epoca, le persone che erano vicine a lei, la sua famiglia?
«Nessuno ci credeva. Se penso a me stessa, credo ancora di essere l'ultima persona che il Signore potesse chiamare. Ma ero decisa. Subito dopo aver preso il diploma e la patente sono partita e ho cominciato l'aspirandato, poi il postulato, noviziato e lo juniorato con la prima professione come suora delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore».
Da qualche giorno lei è finalmente suor Chiara.
«Di fatto con la prima professione, sono una suora a tutti gli effetti anche se poi si devono confermare i voti per sette, otto anni per avere poi la professione perpetua».
Ha avuto mai un momento di pentimento? Ha comunque stravolto la tua vita.
«Ho fatto la volontà del Signore con gioia, felicità e serenità. Mai un pentimento, quello che sono oggi è frutto di una risposta forte che mi dà molta pace nonostante le difficoltà che non posso certo nascondere, ma anche le "corse" che ci sono durante la giornata. Le persone pensano che le suore non facciano niente. Io prima non ne avevo idea. Oggi posso dire che non è così. Si sta sempre in movimento per l'altro ed è una cosa bellissima. Per tutto il giorno sei a servizio degli altri. Forse alla fine sei un pò stanca ma lo hai fatto per gli altri. Va bene così».
Ai suoi coetanei cosa dice?
«Di affrontare il proprio cuore. Io ne sono una testimonianza vivente. I giovani, e in questa definizione ovviamente mi ci metto anche io, sono sensibili e fragili ma hanno paura di prendere scelte impopolari, di andare controcorrente. Dobbiamo tutti seguire uno schema, fare le stesse cose, avere gli stessi abiti, essere uguali perchè altrimenti non va bene. Non fai parte del gruppo. Allora il mio messaggio è questo. Ascoltate il vostro cuore anche se significa andare controcorrente».