Leo Gullotta vive da ben quarantatré anni al fianco di Fabio Grossi, l’uomo che ha sposato nel 2019 all’età di 70 anni. Un amore solido e longevo, reso ancor più forte da un sodalizio professionale che spesso li ha portati a collaborare in teatro con opere di grande successo. Raramente Gullotta si sbilancia sulla sua vita privata, ma sui social dell’attore traspare la bellezza di un legame rimasto nell’ombra per qualche tempo e poi, finalmente, venuto alla luce con tutta la naturalezza possibile.
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Classe 1958, Fabio Grossi è originario di Roma e proprio nella Capitale la sua carriera ha preso il via, dedicandosi sin da giovanissimo alla recitazione e ai primi spettacoli teatrali. Dopo il debutto sul palcoscenico con L’uomo, la bestia e la virtù diretto da Edmo Fenoglio, l’attore è approdato al cinema con i primi ruoli minori. Era l’inizio degli anni Ottanta, l’epoca d’oro delle commedie sexy all’italiana, e l’allora giovane attore grazie a film come Mia moglie torna a scuola e L’onorevole con l’amante sotto il letto è riuscito pian piano a farsi strada, fino a ruoli più impegnativi.
Lo hanno voluto maestri del cinema del calibro di Nanni Loy, Renzo Martinelli e Paolo Sorrentino, ma anche la televisione si è accorta di questo prolifico talento. Dapprima ha preso parte a programmi anni Ottanta come Candid Camera Show e Black Out, poi è stato protagonista di fiction di grande successo come La dottoressa Giò con Barbara D’Urso, Le ragazze di piazza di Spagna, Commesse con Anna Valle e Sabrina Ferilli e Un ciclone in famiglia.
Leo Gullotta ha alle spalle una carriera sterminata tra cinema, tv e teatro. Immensa la mole dei ricordi del suo passato artistico, oggi raccolta nel libro La serietà del comico (Sagoma) di cui parla in un'intervista a Repubblica dove anche la sua vita privata diventa spunto di riflessione. "Come è venuta fuori la possibilità delle unioni civili l’ho colta subito. Ma la strada per i diritti è lunga" dice parlando della sua vita con il compagno Fabio Grossi a cui è legato da 43 anni e che ha sposato nel 2019. "Ho vissuto la mia omosessualità con naturalezza. Venne fuori come una notizia, per me fu naturale. Alla conferenza stampa del film Uomini uomini uomini un giornalista mi chiese se ero anch'io un omosessuale. Serenamente ho detto: ‘Sì, perché?’. Pagine strapiene, allora non c'era il coming out. Fino ai 25 anni ho vissuto la mia vita da eterosessuale, ho avuto le mie storie. Dico sempre: mi piaceva il cioccolato, poi ho scelto la crema" racconta l'attore 77enne ricordando l'episodio del 1995.
Qualche anno dopo, a marzo 2012, Gullotta rivelò che non gli affidarono il ruolo di don Pino Puglisi, perché omosessuale: "Un funzionario Rai di allora, essendo don Pino Puglisi in dirittura di beatificazione, si preoccupò che il Vaticano - a cui interessava solo la qualità - non volesse un omosessuale. La pochezza di pensiero porta a questo. Non ho fatto drammi" dice oggi l'attore che ha ritenuto importante procedere con l'unione civile con il compagno non appena è stato possibile. "Ci sono voluti trent'anni per la legge sulle unioni civili, che è un fatto di civiltà. È un diritto e l'ho preso. Vivo meravigliosamente bene con Fabio, con grande rispetto".
Leo Gullotta è piuttosto critico nei confronti dell'attuale governo: "A tutt'oggi con questo governo è offensivo quello che accade dal punto di vista civile e umano" afferma: "Addirittura sposano la linea di Orban, apprezzando di più la vita non concessa all’omosessualità, con la scusa delle mamme che fanno i figli all’estero, raccontando storie incredibili e negando i diritti a bambini che esistono. Dove sta l’umanità di queste persone? Sono parole spudorate". Piena fiducia, invece, a Elly Schlein: "Aprirà porte e finestre, ora lo deve fare. Appare - ed è - una persona serena, sicura di poter guidare il Pd. Se abbiamo questo governo, è anche colpa della sinistra che gli ha preparato tutto su un piatto d'oro. Un governo che si era concentrato sui rave, non ci saranno cose più importanti in questo paese? Armi di distrazione di massa. Ma poi discorsi imbarazzanti, Dante uomo di destra. Non c'altro da aggiungere".