Ragusa - Nessun nuovo e definitivo episodio del Commissario Montalbano all'orizzonte, Luca Zingaretti cambia mestiere e diventa regista, con «La casa degli sguardi», un film commovente e vero che affronta dipendenza, dolore, lutto, ma che racconta soprattutto una rinascita. Protagonista Gianmarco Franchini.
«Sono siciliano d’adozione – confessa a La Sicilia – e mi aspetto che i siciliani vengano tutti al cinema. Ho passato nell’Isola tantissimo tempo. E’ dal 2019 che non torno, a parte la mezza giornata con Alberto Angela per “La Sicilia di Montalbano”. Ma non è un caso. Tornare senza gli amici che non ci sono più e con cui per vent’anni ho condiviso tantissimo mi strazia. Soffro di una grande nostalgia, di saudade».
Cosa le piace di più della Sicilia?
«Tutti dicono che è bella, ma non è solo una questione di bellezza. La Sicilia ha un non so che di magico. Ricordo gli inverni passati a Marina di Ragusa, quei colori, quei sapori, quegli odori, quella malinconia del tramonto… Lo pensava tutta la squadra. Il macchinista che veniva per la prima volta diceva: “Oh, io l’anno prossimo ci sto, eh?”. Stavi in quella atmosfera e quando tornavi nel mondo reale ti portavi dietro quella polverina magica di cui è cosparsa questa terra. In Sicilia c’è qualcosa di più profondo, di più importante. Ci sono tanti posti belli nel mondo, ma non c’è quel tipo di magia. Quella che mi manca».