Messina - Maria Grazie Cucinotta (Messina, 1968) non si ferma mai. «Corro, corro, lavoro mattina, sera, nei weekend, e finisce che non mi accorgo del tempo che passa. Ma sono felice così - racconta al settimanale F - Non saprei stare senza fare niente». Ma poi bisogna fare i conti con la stanchezza: «Arrivata a 56 anni qualche momento di stanchezza è naturale. E ho capito che ogni tanto è necessario dedicare tempo anche a me stessa».
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Ha iniziato a correre presto Maria Grazia Cucinotta oggi mamma di Giulia, una donna di 23 anni nata dall'amore con l'imprenditore Giulio Violati con il quale celebra il trentesimo anniversario di matrimonio.
La prima corsa? La fuga da Messina. «Dai 14 ai 18 anni ogni estate - confessa al settimanale femminile - lavoravo in un negozio di antifurti così da mettere da parte i soldi per andarmene». Poi mel 1987 dopo la sua partecipazione a Miss Italia fu scelta da Renzo Arbore per il programma Indietro tutta! Da lì a poco arrivò anche il successo al cinema con Il postino di Massimo Troisi uscito nel 1994. E tra pochi giorni uscirà nelle sale Global Harmony. Un film che tratta il delicato tema di pari diritti a tutti a partire dall'infanzia. «È un richiamo a non arrendersi. Da ambasciatrice delle Nazioni Unite quando vado in missione mi viene rabbia. Non ho mai sopportato le ingiustizie fin da piccola. Da ragazza pensavo che avrei fatto la psicologa o il magistrato perché volevo aiutare il prossimo». Non a caso ha fondato l'associazione Vite Senza Paura. «Diamo sostegno legale e psicologico alle donne e raccogliamo fondi per le case rifugio che accolgono le vittime di violenza domestica e i loro figli». La Cucinotta si chiede: «Come si fa a mettere il braccialetto elettronico a un uomo che ha tentato di uccidere la ex? Uno così lo devi mandare in galera!». Un'associazione per le donne «perché siamo noi quelle che devono ancora pagare il prezzo per essere madri, mogli e lavoratrici. Si lamentano che in Italia non nascono più figli: si chiedano come mai».
In passato Maria Grazia Cucinotta ha ricorso alla medicina per avere un altro figlio. Ma non ci è riuscita. Ad F spiega che «avrei voluto dare una sorella o un fratello a Giulia. Mi piacciono le famiglie numerose. Ho due sorelle, una di dodici anni più grande, l'altra di due più piccola e un fratello che ha dieci anni più di me. E mio marito ha due fratelli e una sorella». La maternità surrogata? «È un modo per realizzare il sogno di diventare madre. Ma non può esserci sfruttamento del corpo femminile, deve essere una scelta fatta con amore». Un deciso piglio femminista ereditato da «mia madre, che ha 96 anni e che è sempre stata avanti, una guerriera. Mi diceva: «Io ti ho dato la libertà, nessuno te la può togliere". Per papà è stato più difficile accettare le mie scelte».
Il segreto del suo matrimonio? «Tanta pazienza. Il mio lavoro mi ha insegnato a ragionare con la testa degli altri e ho capito che dietro agli errori di chi hai davanti possono esserci anche i tuoi. Ma se un uomo non ti toglie la libertà, non è violento, continua a farti sorridere, si può anche perdonare». Ma il segreto, svela ad F, è ancora un altro: «Bisognerebbe farli restare pretendenti per sempre: dicono di sì a tutto, anche se si tratta di accompagnarti a fare ore di shopping (ride). Ma in fondo, per via del mio lavoro che mi ha tenuta a lungo distante, Giulio e io siamo più amanti che marito e moglie».