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Nanni Moretti ricoverato per un infarto al san Camillo di Roma

Il regista e attore Nanni Moretti si è sentito male nel pomeriggio. Trasferito in ospedale è stato operato ed è in terapia intensiva

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/02-04-2025/nanni-moretti-ricoverato-per-un-infarto-al-san-camillo-di-roma-500.jpg Nanni Moretti ricoverato per un infarto al san Camillo di Roma


Roma - Il regista e attore Nanni Moretti (Bolzano, 1953) ha avuto un infarto ed è stato trasportato d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma. È stato operato e si trova in terapia intensiva.

Le sue condizioni sono serie ma stabili e la prognosi resta riservata. Ieri avrebbe dovuto partecipare alla prima di «L’attachement» di Carine Tardieu con Valeria Bruni Tedeschi, rimasta molto colpita dalla notizia inattesa: impegno che è stato annullato «perché Moretti non stava bene». Un pensiero per lui lo ha espresso in serata Alice Rohrwacher, premiata durante il ricevimento a Palazzo Farnese in occasione dell’inaugurazione del festival «Rendez-vous», ospitato proprio nel cinema Nuovo Sacher: «Volevo esprimere il pensiero di noi tutti di calda vicinanza a Nanni Moretti», sono state le sue parole. 

A giudicare dai tanti impegni fissati nella sua agenda per questi ultimi giorni, niente poteva far presagire il malore che lo avrebbe colpito. Soltanto lunedì scorso Moretti, che nel 1978 osò innovare girando «Ecce Bombo» in formato 16 mm e in presa diretta, aveva fatto gli onori di casa in una serata sold out nel suo cinema Nuovo Sacher a Trastevere, presentando «Gioventù romantica» del regista cinese Jia Zhangke, nelle sale dal 17 aprile. In quella occasione aveva conversato con il collega asiatico e anche con Paola Cortellesi, la prima che con il suo «C’è ancora domani» è stata distribuita in Cina proprio dalla compagnia di Zhangke. Oggi invece, nell’ambito della quindicesima edizione di «Rendez-vous, festival del cinema francese», era atteso sul palco con Ludivine Sagnier, interprete del film «Quando viene l’autunno» diretto da François Ozon. 

Appena dieci giorni fa, poi era a Bif@st, il festival di Bari — che lo aveva omaggiato con una retrospettiva e un premio — per tenere una lezione: «Il cinema per me non è mai stato un dovere. L’ho fatto per puro piacere», aveva detto. «Essere regista, produttore esercente organizzatore di festival e di premi per me è solo piacere». Questa era stata la conclusione del suo intervento, dopo il quale si era concesso un lungo abbraccio con il pubblico del teatro Petruzzelli, firmando autografi e facendosi dei selfie. Sul palco era salito, a fine marzo, anche al festival di Busto Arsizio, dove aveva scherzato: «Chi non va mai al cinema, non sa cosa si perde». 

Il suo ultimo lavoro cinematografico, «Il Sol dell’Avvenire», è datato 2023: ne è protagonista Silvio Orlando che porta in scena una riflessione, che si snoda tra ironia e rimpianto, sul tramonto delle certezze del passato. La trama è l’intreccio di due storie: una, presente, di un regista (lo stesso Moretti) impegnato a realizzare un film che però gira a vuoto; l’altra, ambientata negli anni Cinquanta, di un dirigente del Pci che vive nella periferia romana. 

Non è la prima volta che la salute tira brutti scherzi al regista di «Bianca», «Palombella rossa», «Caro diario» e «La stanza del figlio» per citarne solo alcuni. Il primo ottobre dello scorso anno, alla vigilia della presentazione a Napoli del film «Vittoria» di cui è produttore, aveva già avuto un primo infarto. In quell’occasione aveva rassicurato i suoi tanti fan con un video messaggio: «Mi dispiace non essere lì con voi, ma non sto bene. Starò meglio, tornerò presto». Tra il 1990 e il 1991, aveva sconfitto ed era guarito da un linfoma di Hodgkin. Anni dopo, alla Festa del cinema di Roma del 2017, in occasione della proiezione del corto «Autobiografia di un uomo mascherato», era stato lui stesso a parlare di un secondo tumore che lo aveva colpito «a distanza di vent’anni, da un’altra parte» e delle sedute di radioterapia a cui si era sottoposto per sconfiggerlo.


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