Roma - L’amore che Suor Paola è stata capace di trasmettere in vita è stato testimoniato da tantissime persone dello sport e dello spettacolo, che nel giorno dei suoi funerali hanno voluto ricordarla con parole dolci e profondamente sentite. All’uscita della Chiesa della Gran Madre di Dio, a Ponte Milvio, alla religiosa scomparsa a Roma nella serata di martedì sono stati dedicati ricordi toccanti da parte di chi l’ha conosciuta meglio. L’ex centrocampista giallorosso Damiano Tommasi, è stato un amico molto stretto. «Ha lasciato un segno in tantissime persone. Io ho avuto modo di collaborare all’inizio della sua esperienza con la So. Spe., era un anno particolare per noi perché era l’anno in cui la Lazio aveva appena vinto lo scudetto, quindi lei era euforica, ma poi abbiamo vinto il tricolore successivo noi della Roma, e questo negli anni è stato oggetto di diverse prese in giro.
Abbiamo scherzato per 20, anche con la mia famiglia e con tanti compagni di squadra, che ho coinvolto. Soprattutto Vincent Candela. Rimarrà indelebile in tutti noi. Dai suoi inizi in tv ha voluto rappresentare la faziosità sportiva in modo sano, in modo goliardico, e credo che questo sia il vero sapore dello sport. Paola è stata di grande insegnamento per il mondo dello sport, tutti i giorni: ha fatto vivere il senso più profondo dello sport ai tanti volontari, alle tante famiglie che ha aiutato, alle famiglie dei detenuti e della sua scuola».
Alla So.Spe., perché abbiamo fatto tanti spettacoli per sostenere le sue iniziative. I miei figli sono cresciuti a scuola da lei. La cosa più bella l’ha detta Padre Vittorio in Chiesa: Paola otteneva quello che voleva, sempre, perché allargava le braccia e sorrideva. Quando una persona di fronte a te riesce a sorridere e ad allargare le braccia, ha già vinto 2-0. Dovrebbe impararlo anche il Presidente della Lazio questo (ride, ndr)».
Un ruolo determinante della vita di Suor Paola l’ha avuto Tommaso Maestrelli, il condottiero del primo scudetto. L’ingresso in convento della ragazza originaria di Roccella Jonica era stato fortemente osteggiato dalla madre. All’arrivo nella Capitale, Paola era solita accompagnare a Tor di Quinto alcuni bambini per vedere gli allenamenti della Lazio del 1973/74, chiedendo alla società di voler donare ai più piccoli qualche gadget e qualche divisa biancoceleste. A ricordarlo nitidamente è il figlio dell’indimenticato allenatore della Lazio, Massimo Maestrelli. «La signora Gina Ciaschini, per tutti “Sora Gina”, oltre a cucire a mano i numeri sulle maglie dei calciatori, aveva la gestione integrale delle casacche della Lazio. Vi assicuro che Gina non ti regalava neanche un calzettone, era impossibile riuscire a “corromperla”.
Papà le disse: “Prendi 20 paia di calzettoni, 20 pantaloncini e 20 magliette e dai tutto a Suor Paola”, la quale rimase a bocca aperta, perché in precedenza aveva trovato le porte chiuse dalla Roma, che non faceva beneficenza. Quando lei stava per andarsene, mio padre le chiese dove facesse giocare i bambini. Le disse: “Guardi che noi il lunedì non ci alleniamo. Li porti qui a Tor di Quinto, ogni lunedì il campo sarà per lei e per i ragazzi”. Da lì nacque la passione di Suor Paola della Lazio. Lei mi diceva sempre: “Io sono diventata laziale grazie al tuo babbo”. Suor Paola portava una gioia immensa, al punto che papà spesso il lunedì andava a seguire l’allenamento dei bambini. Era una cosa meravigliosa. Ricordarla è una cosa grande. In Chiesa c’erano tante famiglie, del resto lei è stata dappertutto: la So.Spe., il carcere, il suo istituto, la casa famiglia, la Lazio. Aveva tantissime passioni e ci ha insegnato tanto». Al termine della celebrazione, Claudio Lotito ha voluto dare lettura di una lettera, foriera di una promessa. «Cari amici, oggi siamo qui riuniti, con il cuore profondamente segnato dalla tristezza, per salutare una persona speciale che ha lasciato un segno indelebile nella nostra comunità e nel cuore di tutti noi: la cara e amata Suor Paola. Suor Paola è stata non soltanto una guida spirituale, ma un autentico esempio di amore e generosità, sempre pronta a tendere una mano verso chi aveva bisogno, specialmente i più fragili. La sua dedizione, il suo sorriso luminoso e la sua instancabile energia hanno ispirato generazioni e rappresentano un patrimonio prezioso che porteremo sempre nel nostro cuore. Come Presidente della Lazio, ho avuto il privilegio di conoscere da vicino la grandezza del suo cuore colorato di bianco e celeste, il suo entusiasmo contagioso e la sua passione autentica per i colori che ci uniscono.
Suor Paola non era soltanto una tifosa, ma il simbolo vivo di una comunità che sa essere solidale e accogliente, che sa guardare oltre ogni differenza per unire tutti in un abbraccio fraterno. Nel darle l’ultimo saluto, promettiamo di custodire e onorare il suo esempio, continuando il cammino che ci ha mostrato: quello della solidarietà, della vicinanza agli ultimi e della gioia condivisa. Cara Suor Paola, sarai sempre nei nostri cuori. Il tuo sorriso continuerà a guidarci, la tua luce continuerà a brillare. Grazie, Suor Paola. Riposa in pace tra le braccia di nostro Signore». Infine, il feretro è uscito dalla chiesa tra le note dell’inno della Lazio, cantato a squarciagola dai tifosi biancocelesti accorsi. La mattinata si è chiusa con un lungo applauso scrosciante di tutti i presenti, accompagnato da tanti fumogeni dei colori della Lazio, con decine di palloncini a forma di cuore che hanno spiccato il volo verso il cielo.